Il Ministero della Pubblica istruzione? Esiste!

La notizia che il Ministro della Pubblica Istruzione e del Merito ha deciso di porre la musica all’interno dell’insegnamento elementare è capitale, decisiva, essenziale, è fondamentale, la considero uguale a quella di introdurre, auspico, la filosofia in tutte le categorie di studio, e nozioni di sociologia. Ho insegnato da ancora non laureato, e da sempre lo scrivo, la musica è come la letteratura, come la storia, come la filosofia, come l’arte visiva, folle che si insegnino letteratura e arte visiva e non arte auditiva. E non soltanto perché in Italia la musica è crucialissima, fonda ed accompagna la civiltà italiana, ma in quanto è connaturata all’uomo, l’uomo è fondamentalmente un soggetto musicale, il suono e la vista precedono la parola. La decisione di Giuseppe Valditara ha un’importanza enorme, largire al bambino il piacere del suono, armonico, melodico, dissonante espressivamente, e del canto, altra manifestazione decisiva… Con avvertimenti radicali. La civiltà musicale non è limitata alla canzonetta, meno che mai alla contemporaneità.

Una sinfonia è una sinfonia non un motivetto, sonate, quartetti sono quel che sono, svolgimenti di “logica” musicale, dialettica sonora, e se i “tempi” delle sinfonie sono presso che costantemente quattro, e vi è un Adagio dove è messo ed un Finale dove è posto bisogna comprendere… E se da principio un Quartetto appare aggrovigliato occorre farlo ascoltare tante volte e dipanarlo, si schiarirà, e la felicità del poter seguire gli sviluppi non ha confronti, la musica per la varietà degli strumenti consente una complessità esclusiva (Victor Hugo lo dichiarava a Giuseppe Verdi, lui ‒ Hugo ‒ non poteva far parlare i suoi personaggi contemporaneamente, Verdi li faceva cantare). Un minimo cenno all’opera lirica. I personaggi dell’opera non sono da meno dei personaggi letterari o dipinti. Oltretutto li possiamo cantare, ed il canto è più espansivo della parola. Insomma, una apprezzabilissima iniziativa, manifestarci dopo esserci accresciuti. Ma non facilitare. Una sonata è una sonata, non canzonettarla, meno ancora credere che l’Opera è vecchia. Eterna non vecchia. Una eccellente occasione di civiltà. Una (in)attesa elevazione della politica alla cultura.

Aggiornato il 21 gennaio 2025 alle ore 10:51