Informazione di parte al congresso Usigrai

Una corsa a chi era più di sinistra. In pratica al 17° Congresso dell’Usigrai a Milano Marittima, a ridosso di Ravenna, non c’erano soltanto i 200 delegati sindacali delle redazioni dell’azienda di viale Mazzini in rappresentanza dei Comitati di redazione ma ospiti illustri dello schieramento variegato degli ambienti militanti “democratici e progressisti”.

La sede e le motivazioni della scelta dei vertici sindacali facevano presagire, già alla vigilia, l’orientamento che si sarebbe dato al Congresso a 41 anni dalla nascita (gennaio 1984) del sindacato interno alla radio e televisione.

I tre giorni di dibattito sono stati preceduti dalla visita di una delegazione all’Isola degli Spinaroni, raggiunta in barca, per ricordare anche visivamente il luogo simbolo della Resistenza ravennate. “Liberazione (ha scritto nel suo messaggio il presidente Sergio Mattarella, ndr) fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione che protegge i valori di libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro e giustizia”.

Dalla relazione del segretario Daniele Macheda, che sarà confermato per un altro mandato, su “solidarietà, libertà, diritti” agli interventi degli ospiti che ne hanno condizionato il percorso, è stata una cavalcata di passaggi ideologici e di critiche alla maggioranza di Governo che starebbe bloccando “il cammino di revisione della legge sulla governance della Rai”; una riforma, ha detto Roberto Natale, ex segretario Usigrai e presidente della Fnsi, ora in quota Cda Avs per i partiti di sinistra, “che consideriamo cruciale”.

A dargli man forte è stato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, secondo il quale “ci troviamo di fronte a tentativi sempre più evidenti di mettere in discussione il nostro modello di rappresentanza. Se è vero che il ruolo della Rai è quello di informare allora questa battaglia riguarda tutti”.

Landini ha colto l’occasione per ribadire la sua filosofia politica. “Il sindacato non deve limitarsi a discutere di orari e salari ma deve affrontare anche i contenuti del lavoro, le modalità con cui viene svolto e il senso dell’attività professionale”. Un percorso marxista in contrasto con l’obiettivo della partecipazione dei lavoratori indicata dalla Cisl di Luigi Sbarra, per incentivare la quale è stato istituito con la legge di bilancio un Fondo di 72 milioni di euro.

Non sono mancati gli attacchi di Monica Maggioni a Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, da parte del presidente dell’Ordine nazionale Carlo Bartoli a Elon Musk, da molti alla Legge Gasparri che per prima intervenne invece a regolamentare il sistema radiotelevisivo, alle norme del Codice di procedura penale sulla pubblicazione anticipata degli atti e ai sostenitori di una maggiore attenzione alle norme deontologiche in materia di giornalismo d’inchiesta.

In qualche intervento è stato precisato che in Rai occorre una governance autorevole, autonoma, plurale e rispettosa delle norme europee, in altri sono stati toccati argomenti come quelli delle falsificazioni dei fatti, gli sviluppi del digitale con l’online ormai superato dall’Intelligenza artificiale.

Sono in corso molti rischi, ha aggiunto la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante: dal consistente precariato al conduttore televisivo che potrà essere sostituito da un ologramma, in cui i programmi passano dal giornale al web con un semplice click. L’errore del sindacato è stato quello di non aver guardato con attenzione all’innovazione tecnologica.

Il servizio pubblico è indispensabile? Sì se pluralista e motore di crescita culturale e sociale. Ma dai tanti difensori della libertà d’opinione e del giornalismo d’inchiesta, a partire da don Ciotti di Libera, nessuno, per lo meno ufficialmente, ha voluto commentare l’ultima puntata di Report sui rapporti tra Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri giudicata dalla figlia dell’ex presidente del Consiglio un’inchiesta che appartiene “alla categoria del peggior pattume mediatico-giudiziario”. E pensare che anche il segretario Avs, Matteo Renzi, mai tenero con Berlusconi, ha chiesto ai vertici Rai d’intervenire per “fermare questo scempio”.

Il momento più emozionante è stato il collegamento con il giornalista palestinese Safwat Al-Khalout di Al Jazeera, che ha ricordato la morte di circa 200 giornalisti nella Striscia di Gaza e criticato i vertici giornalistici mondiali.

Aggiornato il 16 gennaio 2025 alle ore 16:39