Il Ddl sulla separazione delle carriere, approvato lo scorso maggio dal Consiglio dei ministri, ha incassato il primo via libera alla Camera, con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti: +Europa e Azione hanno votato a favore della maggioranza, Italia Viva si è astenuta, mentre Alleanza Verdi e Sinistra hanno votato contro insieme al Movimento 5 stelle e al Partito democratico.
Il progetto di riforma costituzionale, firmato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, introduce nella Carta il principio delle “distinte carriere” tra i giudici e i pubblici ministeri, modifica il Csm che sarà diviso in due (il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente), dispone il sorteggio per la selezione dei suoi membri e istituisce un’Alta Corte disciplinare.
Durante l’esame degli ordini del giorno in Aula alla Camera, il ministro Nordio ha affermato che la riforma costituzionale proposta “è di una semplicità elementare, c’è scritto tutto, l’indipendenza della magistratura giudicante e requirente è inserita nella proposta di riforma: tutto il resto, come direbbe Shakespeare, è silenzio”. Ed ha aggiunto: “Nella riforma non c’è alcuna lesione di maestà o blasfemia, non posso accettare un processo alle intenzioni o una censura. I magistrati verranno sorteggiati nell’ambito di un canestro di magistrati tutti bravi, preparati e degni, ultra- preparati per definizione”.
In merito al sorteggio, tanto criticato, ha dichiarato che “rappresenta il momento più alto della giurisdizione: la pena più alta, l’ergastolo, viene irrogata dalla Corte di Assise dove i giudici sono sorteggiati, il tribunale dei ministri è sorteggiato, l’Alta Corte di Giustizia prevede il sorteggio. Il sorteggio è elemento fondamentale e non accessorio del nostro sistema giudiziario. Non si tratta di un sorteggio tra personaggi che passano dalla strada ma tra persone ultra-qualificate, non incompetenti, inetti o in mala fede. Il sorteggio rompe il sistema correntizio, contro il quale anche l’opposizione ha sparato a palle incatenate”.
Nordio ha poi ricordato un’esperienza di molti anni fa: “L’idea dell’Alta corte di Giustizia era venuta a quella che all’epoca era l’opposizione, perché quando vent’anni fa la commissione bicamerale presieduta dell’onorevole D’Alema elaborò la bozza Boato, che poi finì malamente per una serie di ragioni, prevedeva proprio un’Alta Corte di Giustizia che fosse svincolata dal Consiglio Superiore della Magistratura, proprio per evitare che il rapporto tra eletto ed elettore si traducesse in una sorta di istanza di compensazione dove tutti sanno, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo, che per decenni è avvenuto lo scambio di favori, lo scambio di baratteria politica giudiziaria tra gli appartenenti alle varie correnti”.
Dopo il via libera alla separazione delle carriere, uscendo dall’Aula della Camera, il ministro della giustizia ha infine commentato: “L’Anm è un sindacato rispettabilissimo, come tutti gli altri sindacati. Personalmente ho anche buoni rapporti personali con i suoi componenti, a cominciare dal presidente Santalucia. Tutti hanno il diritto e il dovere di esprimere le loro opinioni anche se dissenzienti. Auspico che vi sia una argomentazione razionale dei pro e contro spiegata semplicemente non in termini polemici o apodittici. E tanto meno con processi alle intenzioni, come si è fatto dicendo che la riforma prima o dopo sottoporrà il pm all’esecutivo, cosa che è radicalmente esclusa”.
Ora la palla passa al Senato, per la seconda delle quattro letture previste per le leggi di modifica della Costituzione.
Aggiornato il 16 gennaio 2025 alle ore 15:16