Alberto Trentini: Tajani convoca l’incaricato d’affari del Venezuela

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, tramite un post su X, ha dichiarato: “Ho fatto convocare stamani l’incaricato d’affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l’espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas. L’Italia continuerà a chiedere al Venezuela di rispettare leggi internazionali e volontà democratica del suo popolo”.

Di Alberto Trentini non si hanno notizie dallo scorso 15 novembre, giorno in cui è stato arrestato. Il cooperante italiano era arrivato in Venezuela lo scorso 17 ottobre con la Ong Humanity & Inclusion, fondata nel 1982, per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità.

La denuncia della sua scomparsa è arrivata dai suoi familiari tramite una nota: “Alberto era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 e il 15 novembre mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito, è stato fermato a un posto di blocco, insieme all’autista della Ong. Dalle scarse e informali informazioni ricevute sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo Alberto sia stato trasferito a Caracas e a oggi ci risulta ‘prigioniero’ in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione. Nessuna notizia ufficiale è mai stata comunicata da nessuna autorità venezuelana né italiana e di fatto, da quasi due mesi, nulla sappiamo sulle sorti di Alberto, tenuto anche conto che soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità. Dal suo arresto a oggi, a quanto sappiamo, nessuno è riuscito a vederlo, né a parlargli. Neppure il nostro Ambasciatore è riuscito a comunicare con lui né ad avere sue notizie nonostante plurimi tentativi”. Da qui, l’appello al Governo italiano “per porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni venezuelane, per riportare a casa Alberto e garantirne l’incolumità”. 

Il tutto avviene in un momento molto delicato. Dopo l’insediamento di Nicolas Maduro per il suo terzo mandato presidenziale il presidente Giorgia Meloni, tramite una nota, ha dato una risposta che non è piaciuta: “Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica. Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione”. Per questo sono stati ridotti a tre il numero di diplomatici italiani accreditati che avranno bisogno di una “autorizzazione scritta per allontanarsi più di 40 chilometri da Plaza Bolivar (nel centro di Caracas)”, come ha annunciato il ministro degli Esteri venezuelano. Stessa sorte anche per Francia e Paesi Bassi, che si sono uniti all’Italia nel non riconoscere il terzo mandato del dittatore venezuelano.

Non possiamo che aspettare che la diplomazia faccia il suo corso. Sperando di riportare Alberto Trentini a casa il prima possibile.

Aggiornato il 15 gennaio 2025 alle ore 14:17