Maurizio Lupi ha l’obiettivo di rafforzare il centro del centrodestra. Per queste ragioni, “l’ingresso di Noi moderati nel Partito popolare europeo è un riconoscimento importante”. Lo afferma il leader della formazione centrista a margine dell’Assemblea del Ppe in corso a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo. Secondo Lupi, è un premio “al lavoro svolto e ai risultati raggiunti sinora da Noi moderati, perché apre una nuova prospettiva per rafforzare i valori europeisti e popolari in Italia e in Europa. Il ruolo del centro, delle forze moderate, dell’area popolare e liberale che si riconosce nei principi dell’economia sociale di mercato è sempre più importante per dare stabilità politica alle istituzioni nazionali ed europee e coniugare crescita economica e solidarietà sociale. Lavoreremo anche in Italia con il Ppe per rendere l’area popolare sempre più protagonista e per far crescere il centro del centrodestra”. All’incontro hanno partecipato anche il coordinatore politico nazionale di Nm Saverio Romano e la vicepresidente Chiara Fazio. Secondo Lupi, il riconoscimento “è un’esigenza tanto più forte nel momento in cui assistiamo a rigurgiti estremisti pericolosi, ad esempio sul tema dell’antisemitismo. Quello che è accaduto alla sinagoga di Bologna è gravissimo: dobbiamo abbassare i toni. Ai moderati, dell’una e dell’altra parte perché ormai il sistema è bipolare, va il compito di rafforzare le rispettive aree, senza rivendicare purismi centristi o aspettare un Godot”.
Lupi si riferisce alle scritte sui muri della sinagoga di Bologna, a seguito di una manifestazione per Ramy Elgaml, il giovane egiziano morto durante un inseguimento dei carabinieri a Milano. Quanto agli scontri di Roma e Bologna tra manifestanti e forze dell’ordine, Lupi si augura “che anche tutte le opposizioni esprimano solidarietà alle forze dell’ordine e condannino le violenze: è sbagliato e pericoloso soffiare sul fuoco e alimentare un intollerabile clima d’odio, da qualsiasi parte venga. Ogni forma di violenza deve essere espulsa dal dibattito pubblico”. Negli ultimi giorni Maurizio Lupi ha espresso la propria contrarietà al terzo mandato per i presidenti di Regione. “Non c’è nulla di personale – ha detto Lupi – né per Luca Zaia né per Vincenzo De Luca. Ma c’è una questione di equilibri democratici in ballo. In tutte le democrazie che eleggono direttamente il capo dell’Esecutivo, e per sindaci e governatori si vota direttamente, c’è un limite ai mandati. Possono essere 10 anni, 8, ma due mandati sono più che sufficienti per costruire un’azione di Governo efficace senza che si creino effetti negativi”. Che per Lupi consisterebbero in un “disequilibrio democratico”. “Un presidente di Regione, un sindaco, hanno poteri esecutivi importantissimi. Le assemblee che li sostengono, pur essendo costituite da esponenti di coalizioni essenziali per vincere, non hanno la possibilità giustamente di agire indipendentemente dal volere del sindaco o del presidente. Tanto è vero che, se questo si dimette, si torna a votare”.
Aggiornato il 14 gennaio 2025 alle ore 18:01