#Albait. Squillo di libertà

La storia passa e poi ti rincorre. È la lezione che avremmo dovuto imparare dopo almeno due decenni di terrorismo dispotico asiatico spacciato da fede religiosa. Il guaio è che invece di fare “influenza” contro le aberranti tesi dispotiche islamiste, l’Occidente americano ha dichiarato di essere incline a usare la forza per prendersi Groenlandia, Panama, il Golfo del Messico. Flettere i muscoli a fini di conquista è un errore. Giustifica i nostri nemici totalitari.

Putin voleva prendersi manu militari l’Ucraina. Non ci è riuscito, ma la sua logica trova conferma nelle parole di Trump. La Russia ora può dire che i suoi appetiti su Libia, Siria, Centrafrica, Georgia, gli stan, i baltici, la Finlandia, e i Balcani, non sono diversi da quelli americani per il dominio tra Atlantico e Pacifico. Ci differenzia la libertà che garantisce la pace. La minaccia di conquista di aree peraltro amiche fa cadere il principio di superiorità morale dell’Occidente.

Giorgia Meloni ha spiegato bene come i russi siano “impantanati” nella loro guerra. Grazie al conflitto ucraino e all’abbandono dell’Afghanistan da parte americana, sappiamo che chiunque oggi metta mano alla pistola resterebbe impantanato in un qualsiasi conflitto. Questa realtà dimostra che la nostra idea che la democrazia liberale funzioni meglio delle guerre promosse da monarchi, è corretta. Tra un Mario Rossi di Milano e un Lee Sang Hi di Seoul non ci sono più tante differenze. Guardiamo le serie tv coreane e sono per noi comprensibili. La globalizzazione è questo. Non è organizzata da nessuno, ma c’è. È profonda, si basa sulla convenienza degli scambi commerciali, sul rifiuto della violenza fisica, sull’uso di lingue comuni, su regole, leggi e giurisprudenza che sostituiscono l’uso delle armi.

Se Trump si allinea alla logica della forza, anche solo a parole, mette a rischio tutto questo. È bene ricordare che l’Europa e il Mondo hanno pagato un biglietto d’ingresso carissimo per avere la democrazia libertaria di oggi. Il conto che abbiamo pagato per averla, al saldo del 1945, è di cento milioni di morti. Nessuno di noi vuole pagare di nuovo quel prezzo. L’Ucraina ce lo ricorda.

Non è solo Trump a creare inquietudine. Anche Elon Musk dichiara che userà i suoi social e i suoi miliardi per sostenere una sua personalissima lista dei politici preferiti. Chi non è d’accordo dovrà vedersela con la sua personale forza economica. Faccia a faccia.

L’approccio è violento anche in questo caso. Usare il potere economico in ambito politico, senza regole, a propria discrezione, segue la filosofia dell’arbitrio nell’uso della potenza. Lo fa per ignoranza politica. L’imprenditore non ha la raffinatezza del politico. L’ignorante politico se indulge alla posizione di forza, accetta la lotta nel fango con la pseudoreligione dei totalitari. Di fatto si disarma.

L’Occidente, ma ancora di più gli Usa, si basano sulla rispondenza tra dichiarazioni, valori, azioni. Se si rompe la legittimità dell’uso della forza, la forma e la sostanza del potere americano si sgretolano, nel privato e nel pubblico. Puoi avere i migliori cannoni, ma senza la giustificazione della libertà non sai più dove puntarli.

Secondo Guglielmo Ferrero, fine sociologo porticiano, Roma cadde per l’assenza di un principio di legittimazione del potere imperiale, incarnato nel Senato. A furia di svilire il Senato e le istituzioni che facevano da contrappeso, Roma è stata conquistata da vari dittatori eletti imperatori, ma pian piano hanno tutti contribuito a picconare un regnum senza più capacità di tenuta universale.

Gli Usa non sono indenni da questo rischio.

La china presa da Trump con le dichiarazioni di questi giorni, condite dal delirio di strapotere di Elon Musk, prefigurano guerra in tutti i teatri del mondo e la possibile fine delle democrazie. Giorgia Meloni ci ha dato una diversa chiave di lettura: ci ha spiegato che le posizioni di Trump e Musk sono un ardito avvio di trattativa per limitare lo strapotere cinese. Il punto è: può il faro della libertà individuale e dei mercati controbattere all’aggressiva politica cinese con la minaccia delle conquiste militari?

La risposta è no. Diversamente, la Russia di Putin, pur ridotta allo stremo da una volontà di potenza impossibile, si riterrà giustificata nella sua aggressione terroristica all’Ucraina e negli altri teatri. La Cina avrà buon gioco nella sua espansione basata su scambi commerciali e soffocamento della libertà politica. Trump è stato quanto meno improvvido.

In Italia, la pace interessa perché amiamo essere ancorati all’oggi. Preferiamo discutere sulla rinascita economica, se sia inesistente, considerato che da un anno e mezzo la produzione industriale continua a scendere. Ci piace dibattere sul meridione d’Italia, dove continua lo svuotamento delle regioni. Ci piace ricordare che i residenti nei paradisi estivi italiani per oltre la metà non sanno come mettere insieme un tetto, due pasti al giorno, il pagamento delle bollette di elettricità e acqua. Ci piace consolarci perché in Russia muoiono di freddo. Osserviamo con stupore che le lontane donne afghane non hanno più nemmeno il diritto ad avere delle finestre nelle loro stanze. Ci piace tenere gli occhi chiusi, con una certa dose di indolente pigrizia.

Ma possiamo farlo finché l’Occidente funziona. Davanti alle nostre coste, in Libia, sono arrivati i missili russi. Sono stati traslocati dalla Siria. Papa Francesco ha dimenticato di dire che i russi abbaiano ai nostri confini, ma pazienza. Il rafforzamento della base russa di Misurata rende il rischio di guerra a casa nostra più concreto. In queste condizioni, non basta occuparsi della manovra economica in finanziaria. Abbiamo ottimi servizi segreti, un bravo Presidente del Consiglio, ma il rischio della guerra e gli atti americani che minano i fondamenti della libertà richiedono una mobilitazione di volontà. Giorgia Meloni, Guido Crosetto, Giancarlo Giorgetti saranno in grado di contribuire per evitare che il mondo libero collassi? Giorgia Meloni insegue la storia. La storia le scorre davanti e lei è lì, protagonista. Ci ha assicurato che Trump e Musk non attentano alla libertà e alla sovranità di nessuno, non come Soros. Vogliamo fidarci. Ma le democrazie si basano sul rispetto della libertà sociale. La libertà sociale si basa sulla corrispondenza tra parole a azioni, anche dei governanti. Trump ci ha destabilizzato. Ha reso imprevedibile il nostro prossimo futuro. Ha reso la società occidentale più insicura. Meglio ristabilire per tempo la centralità della libertà individuale. L’Italia in passato ha dato mostra di indifferenza. Franza o Spagna, purché se magna. Anche una squillo della politica internazionale può garantire stabilità al mondo. Non è difficile come liberare Cecilia Sala, e lo è stato, e si può fare.

Aggiornato il 10 gennaio 2025 alle ore 14:50