Le tristi note del Pd torinese

Della vicenda giudiziaria dell’ex senatore del Partito democratico, Stefano Esposito, ci siamo già occupati più volte. Solo come pro-memoria, ricordiamo che i reati ipotizzati a carico dell’ex senatore torinese, erano di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze legati a presunti scambi di favori con un imprenditore. La maxi inchiesta era stato avviata nel 2017 dalla Procura di Torino su accuse del procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dal pm Gianfranco Colace. In seguito, per la parte che riguardava Esposito, il procedimento fu trasferito a Roma per decisione della Cassazione. L’incubo dell’imputato-Esposito è durato 2589 giorni – cioè sette anni – al quale ha messo la parola “fine” il Tribunale di Roma.

Come spesso accade in questi casi, intorno e a sostegno di Esposito sono stati in molti, ma indovinate chi è mancato? Il Pd il quale, fin all’inizio della vicenda, ha dimostrato scarso interesse per le questioni giudiziarie del proprio iscritto ed in un comunicato risalente al 15 ottobre 2020 la segreteria metropolitana di Torino dichiara di essere venuta a conoscenza “della chiusura delle indagini condotte dalla Procura di Torino che vedono coinvolti, tra gli altri, anche Enzo Lavolta (altro imputato, ndr.) e Stefano Esposito. Esprimiamo loro vicinanza e al tempo stesso ribadiamo la nostra fiducia nel lavoro della magistratura. Conosciamo la serietà e la correttezza di Lavolta ed Esposito e confidiamo perciò che si possa fare al più presto chiarezza”. Mancherebbe un “arrivederci e grazie” per completare il formale aspetto della triste nota piddina.

Da allora, praticamente, null’altro. Perché il Pd stava evidentemente completando la propria involuzione da “garantista a targhe alterne” a giustizialista modello “5 stelle eccoci”. Esposito è stato lasciato politicamente solo. E non è finita qui, perché l’altro giorno, al termine della storia e dopo l’archiviazione delle accuse contro l’ex senatore, riecco una nota stampa dei democratici torinesi: “Il Pd di Torino – commenta il segretario metropolitano Marcello Mazzù, sull'archiviazione delle accuse – esprime soddisfazione per la fine di questo travagliato periodo, e questa è la dimostrazione che i diversi gradi di giudizio della Giustizia hanno funzionato, anche se i tempi sono stati ancora troppo lunghi”. Ed è anche, ci permettiamo di aggiungere noi, la vergognosa conferma che di Stefano Esposito, al Pd di Torino, non fregava praticamente nulla. L’ex senatore, infatti, è stato prosciolto dalle accuse in fase di inchiesta quindi prima del processo, altro che Mazzù e i suoi “diversi gradi di giudizio della Giustizia”.

E poi, quale è stato nel tempo, dottor Mazzù, il suo contributo per accorciare i tempi della guiustizia? Su dottor Mazzù, lo ammetta: forse era meglio una semplice telefonata che quella patetica nota.

Aggiornato il 11 dicembre 2024 alle ore 10:10