Giuseppe Conte ha l’obiettivo di tenere unita la comunità pentastellata. Anche se, dopo il voto bis degli iscritti che ha abolito la figura del garante, l’ex premier teme un’azione legale di Beppe Grillo. I due leader del Movimento 5 stelle si contendono il simbolo. E Conte invita tutti a “guardare avanti, quel che è stato è stato”. L’ex presidente del Consiglio, ora più che mai, prova a serrare le fila con un appello alla coesione. “Il M5s è la casa democratica di tutti”, dice. Anche di chi si è astenuto, e di chi, con il suo voto, si è schierato dalla parte del fondatore. Una fetta non trascurabile di iscritti, a cui il presidente tende la mano. “Non è più l’epoca delle cacciate e delle espulsioni”, scandisce. Guardando al futuro, però, i toni si fanno più muscolari. Danilo Toninelli, qualche ora prima della diretta social del leader, conferma i sospetti: “Grillo impugnerà il simbolo e lo farà diventare suo con un’azione legale”. Conte non scansa la questione. Anzi, avverte: “Chi si azzarda a intralciare il M5s troverà una solida barriera legale, pagherà gli avvocati, anche i nostri, la lite temeraria, e pure i danni”.

Dopo mesi di conflitto aperto sulla Costituente, tutto lascia presagire che la battaglia si sposterà in tribunale. Con Grillo pronto alla sfida da lui stesso adombrata. Il suo entourage è convinto che “andrà avanti”. “Il simbolo è di sua proprietà al 100 per cento”, incalza Toninelli. Ma quello sul contrassegno, potrebbe non essere l’unico fronte della guerra legale. Dal cerchio magico grillino si moltiplicano gli attacchi diretti alla procedure di voto e alle modalità della Costituente, a partire dalla cancellazione degli iscritti della scorsa estate. E c’è chi non esclude che un’impugnazione parallela possa interessare anche questi aspetti. “Grillo è sempre stato imprevedibile e lo sarà ancora”, avvisa chi lo conosce bene. E il presidente Conte non lascia cadere la questione. “Falsità e calunnie, tutto è stato trasparente”, spiega. Sulla cancellazione degli iscritti, chiarisce: “Si è rispettata una clausola statutaria”. Sulla piattaforma di voto, lancia una frecciata a Davide Casaleggio: “È gestita da terzi, non come Rousseau”. Poi, l’affondo: “Chi rimesta nel torbido o fa un azione in giudizio, la pagherà. Io ho l’onore di questa comunità e la difenderò con le unghie e con i denti”, è l’opposizione fisica del leader. Che si dimostra sicuro.

 “Abbiamo adottato tutte le cautele del caso, studiato tutte le conseguenze e non abbiamo nessun timore”, è l’avvertimento. “Con un team di avvocati – aggiunge – abbiamo spiegato a chi ha tentato di danneggiarci che è un grave danno all’azione del M5s, e chi l’ha fatto ha pagato le conseguenze”. Da una parte, Conte mostra i denti e gioca la carta della deterrenza in vista di una guerra legale con Grillo. Dall’altra, il leader dedica una minima parte del suo lungo discorso allo scontro con l’ex garante. Si dice deluso dagli attacchi velenosi e dal sabotaggio della Costituente. Ricorda “l’aut aut” del fondatore e spiega: “Alla logica del caminetto, ho preferito la comunità”. Non a caso, al centro dell’intervento ci sono proprio gli iscritti, e Conte non evita di citare gli 8mila nuovi arrivi dell’ultimo mese. “Il M5s non scimmiotterà gli altri partiti, cambiamo il Paese”, suona la carica. La sfida del rilancio, passa dalle proposte della Costituente. Etica pubblica, “contro i signori delle tessere”, e appello “contro il riarmo in Ue”, in primis. Con la contesa lanciata ai dem sul “vero progressismo”. Ma la sfida è anche quella di evitare scissioni e fuoriuscite. Tra i grillini, si fa largo una convinzione: “Siamo pochi, ma ci stiamo coagulando”. Le chat sono infuocate, però il futuro resta incerto. C’è chi parla di liste alle amministrative, chi di associazioni, chi di fondazioni.

Aggiornato il 10 dicembre 2024 alle ore 18:20