Il segretario (mimetizzato) del Partito democratico, Maurizio Landini, “batti il cinque” per gli amici, è uno di quelli ai quali piace assumere a prescindere le sembianze dell’orso cattivo, forse anche per tentare di assoggettare psicologicamente gli interlocutori. Chissà se è anche per questo che la segretaria pro tempore del Pd, Elly Schlein, proferisce sempre meno parole, soprattutto sui temi propri di Landini.
L’altro giorno, però, “batti il cinque” ha fatto una figura a dir poco barbina di fronte a una giornalista della Rai la quale ha dimostrato di non aver voglia di assumere il ruolo di zerbino di fronte al segretario mimetizzato. Il quesito posto a Landini era piuttosto semplice e così riassumibile: “Il sindacato si batte per il salario minimo e poi firmate contratti da cinque euro come nel caso dei vigilantes. Come mai?”. E qui l’intervistato inizia a sfarfallare: “Proprio gli accordi su cinque, sei euro sono incostituzionali”. E qui la giornalista, un po’ perfidamente, chiede: “Scenderete in piazza?”. E Landini rincara: “Non solo, andremo anche a fare cause”. È a questo punto che la giornalista dimostra tutta la sua perplessità su quanto affermato da “batti il cinque”, soprattutto perché, dando un senso alle sue parole, sembrerebbe essere in presenza di un caso di autodenuncia.
L’improvvido dialogo risponde – qualora ce ne fosse ancora il bisogno – a tutti i quesiti concernenti il ruolo del sindacato nelle contrattazioni: non si può nascondere che tutti gli accordi sottoscritti negli anni sono firmati anche dalle organizzazioni sindacali le quali non possono oggi recriminare sui contenuti di quegli accordi il cui rinnovo, peraltro, viene richiesto oggi per mettere in difficoltà l’Esecutivo in carica. Quella dell’autodenuncia costituisce una involontaria ma risolutiva soluzione dei problemi sul tappeto.
Aggiornato il 06 dicembre 2024 alle ore 11:34