“Non sono morti i principi e valori del Movimento 5 stelle”. Lo ho afferma Giuseppe Conte davanti alle telecamere di Mattino Cinque, sulla rete ammiraglia di Mediaset. Nel corso della lunga intervista, il leader pentastellato replica al De Profundis cantato ieri dal comico genovese: “Beppe Grillo – sostiene sarcastico Conte – ha ragione, in un certo senso. Il M5s fondato da lui è morto, ma perché c’è stata una rifondazione da parte degli iscritti”. L’ex premier chiarisce: “Il Movimento originariamente pensato da lui, dalla sua verve comunicativa, dall’intelligenza di Gianroberto Casaleggio non c’è più, è morto. Ma non sono morti valori e principi. Il progetto originario era stato costruito soprattutto per progetti locali, l’acqua pubblica e altri, di portata per lo più comunale. Oggi ci si confronta con la guerra Russia-Ucraina, con lo sterminio di Gaza, con il tema degli extraprofitti delle banche. Il M5s di oggi vuole essere ancora più radicale nei principi e nei valori ma guardando il futuro”. Grillo sostiene la necessità di realizzare un altro simbolo.
Conte replica: “Non esiste un Grillo depositario di un movimento politico alternativo. Hanno fondato una forza politica che appartiene agli iscritti. Se una comunità deciderà di cambiare il simbolo lo faremo ma non è nella sua disponibilità”. A chi gli chiede se il simbolo potrebbe essere portato via in Tribunale risponde: “È stato registrato da Luigi Di Maio a nome del M5s e per i partiti politici vale l’uso consolidato del simbolo. Non è di Grillo e non è di Conte”. L’ex presidente del Consiglio spiega che “questo nuovo Movimento che si è rigenerato e rifondato con la Costituente non è il partito di Conte. Ci avete fatto caso che dopo il processo costituente siamo cresciuti nei sondaggi, a dispetto anche dei sabotaggi?”. Tra Beppe Grillo e la comunità “si è rotto qualcosa altrimenti gli iscritti non avrebbero mai deciso di votare la cancellazione della figura di garante”. Secondo Conte quanto è avvenuto è successo perché “c’è stato un momento in cui Grillo ha detto Draghi il grillino, Cingolani l’elevato. Lui ha fatto il grande errore politico di costruire un rapporto personale con Draghi anteponendo questo rapporto alla rappresentanza politica di una intera comunità. Grillo si è lasciato irretire da questo rapporto, altrimenti Draghi non gli avrebbe mai proposto di abbandonare Conte e la comunità a favore di Luigi Di Maio e della scissione”.
Poi il leader del M5 sottolinea che l’epiteto “il mago di Oz nasce da quel rapporto personale di Grillo con Mario Draghi. Mi sfottevano insieme un po’ velenosamente. Io non ne ho fatto mai una questione personale e durante il Governo Draghi ho solo difeso le battaglie politiche del partito di maggioranza relativa”. Conte capisce “il tono risentito, ma la comunità ha sempre visto Beppe Grillo e sempre lo vedrà come fondatore. Lui è venuto una sola volta in sede – ha detto imprecisioni e vere e proprie falsità – e non è rimasto solo. C’ero io con 50-60 parlamentari che hanno abbandonato i lavori per stare due o tre ore con lui in un clima cordiale. Il problema è che poi non è più venuto e quando veniva a Roma si rinserrava all’Hotel Forum”.
E ancora: “Di quelle 50 proposte che lui dice – ed è un’iperbole perché qui non è arrivato assolutamente quel numero – molte sono già depositate dai nostri parlamentari da tempo. E poi anche alle elezioni politiche, alle ultime Europee, il nostro Gianluca Perilli – coordinatore del Comitato progetti – ha lavorato con Grillo per raccogliere eventuali sue indicazioni”. Infine, Conte dice la sua a proposito del nuovo voto sulle norme statutarie. Dalle 10 di domani fino alle 22 di domenica 8 dicembre gli iscritti si esprimeranno nuovamente sul ruolo del garante. “È un’anomalia – rimarca – perché già abbiamo raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti. Il problema però è che c’è una clausola del vecchio statuto e lui ha voluto rivendicare questo diritto, privilegio di chiedere una nuova votazione. È una di quelle clausole che la comunità ha voluto cancellare, ora per l’ultima volta la dovevo applicare. Avremmo potuto testarne la legittimità, ci sarebbe stato un contenzioso legale ma io non faccio più l’avvocato”.
Aggiornato il 04 dicembre 2024 alle ore 18:34