La questione è stata ben sintetizzata da Aldo Torchiaro sul Riformista dell’altro giorno: “Quanto vale la vita di un ucraino, al mercato del cinismo politico? Poco, pochissimo. Sicuramente molto meno di quella di un palestinese. Centinaia di migliaia di morti nel cuore dell’Europa – incluse donne e bambini – non smuovono nessuno. Non ci sono manifestazioni, cortei o scuole occupate”. Il discorso non fa una grinza: che differenza c’è tra Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu e le loro armi che sparano contro la popolazione (donne e bambini inclusi)? Eppure, lo hanno visto tutti, la bandiera palestinese appare ovunque: manifestazioni sindacali, proteste studentesche, curve degli stadi, addirittura il vessillo viene sventolato spesso anche tra quei gruppi antagonisti che attaccano la polizia. Per carità, la solidarietà al popolo palestinese bombardato da Israele è cosa condivisibile, ma lo è meno quando gli “sbandieratori di professione” si dimenticano di protestare anche contro Hamas e soci e questo non va bene.
Ma quanto scritto da Torchiaro è altrettanto vero, perché per certi “pacifisti” la morte ha due colori diversi, quello dei palestinesi e quello degli ucraini rendendo così facendo (più o meno volontariamente) piuttosto ridicolo il loro senso di pace: l’utilizzo della bandiera palestinese sembra essere stato ridotto ad un mera copertura di facciata.
Ed anche la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno del Partito democratico, sta sostenendo (abbastanza sola nel suo partito) le ragioni ucraine: “Credo che sia necessario, oggi più che mai, non permettere alla Russia di guadagnare tempo e spazio. Per il Cremlino la volontà di negoziato è purtroppo inesistente, ne abbiamo avuto prova anche dopo la sciagurata telefonata tra il cancelliere Olaf Scholz e Putin: la risposta è stata un bombardamento a tappeto contro civili. Azioni criminali – ha proseguito la Picierno – che proseguono senza sosta: stanotte – l’altro ieri per chi legge – 100, tra missili e droni, hanno colpito i sistemi energetici ucraini con tanto di rivendicazione del presidente russo in conferenza stampa. Credo che sia necessario, oggi più che mai, non permettere alla Russia di guadagnare tempo e spazio”, ha concluso la vicepresidente.
Aggiornato il 02 dicembre 2024 alle ore 11:53