“Auguro a questa nuova formazione politica di avere tutti gli spazi che merita, ma rischia più mandati che voti”. Il De Profundis del Movimento 5 stelle è opera di Davide Casaleggio, figlio del fondatore Gianroberto, in un colloquio con La Stampa, dopo il voto dell’assemblea, che ha certificato tra le altre cose, lo stop al limite dei due mandati. “È giusto che, se un’esperienza giunge alla fine, venga onorata e non distorta e utilizzata per raccattare qualche voto”. Davide Casaleggio rivendica: “Mio padre ha dedicato l’anima al Movimento, senza guadagnare un euro, come me”. Poi analizza la deriva pentastellata. “Roma corrompe. La rivoluzione si fa fuori dai palazzi”, dice. “Perché una volta dentro pensi a contare e distribuire poltrone. Qual è l’utilità di stare nelle aule a spingere il bottone che il tuo capogruppo ti dice di spingere?”. Conte sta portando il Movimento a sinistra ma è un approdo “innaturale” perché “l’idea del Movimento non era quella di immergersi in un mare rosso, già occupato, ben delineato, dove si rischia di finire mangiati dagli altri”. Gianroberto sognava di veleggiare “nell’oceano blu, dove non ci sono confini. Oggi quell’oceano è l’astensione. Penso ci sia un grandissimo spazio nell’astensionismo, si potrà intercettare non con un Movimento digitale degli anni 2000, ma tramite lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale e la partecipazione fuori dal palazzo”.
Sul fronte opposto rispetto a Davide Casaleggio figura Stefano Patuanelli, un contiano doc. Il capogruppo M5s al Senato commenta, in un’intervista al Corriere della Sera, la richiesta di Beppe Grillo di un nuovo voto dell’assemblea, dopo quello che ha deciso l’eliminazione della figura del garante. “Grillo – afferma – ha sempre parlato di democrazia diretta, ora sembra non volerne accettare le conseguenze. Ma va benissimo così, rivotiamo e accettiamo il risultato, ovviamente ciascuno pronto a essere conseguente nelle azioni successive. Alla luce del quorum raggiunto nella prima votazione, questa richiesta calpesta il volere della Assemblea. C’erano solide argomentazioni per non far seguito a questa richiesta, ma a questa sfida rispondiamo con ancora più democrazia. Non era certamente il caso di sporcare un percorso partecipativo così aperto con battaglie legali di basso cabotaggio. Nel merito, mi dispiace dover vedere un sostanziale disconoscimento delle volontà della nostra comunità”. A Beppe Grillo “ho detto che a mio avviso avrebbe dovuto essere parte attiva in questo processo di cambiamento del M5s, avrebbe dovuto parteciparvi. Anche per poter dire, alla fine: Questo non è più il mio Movimento ma abbiamo fatto cose grandi, riforme importanti per il Paese. E con una grande festa celebrare lui che ci ha fondato e dare slancio a tutti quelli che credono in questa nuova fase della nostra storia, della nostra comunità. Quel simbolico diritto all’estinzione che ha richiamato, doveva esercitarlo in questo modo e non come sta tentando di fare. Ci sono malumori nei miei confronti? Mi dispiace, ma con Beppe ho la coscienza a posto”.
Aggiornato il 27 novembre 2024 alle ore 15:27