Ue, l’appello di Prodi e Monti: “Fitto e Ribera sono candidati qualificati”

Il rischio che Ursula von der Leyen parta azzoppata è concreto. Due ex premier italiani e due simboli dell’Europa unita, come Romano Prodi e Mario Monti, hanno lanciato un appello congiunto. “In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione europea deve fronteggiare ad Est e ad Ovest, confidiamo che davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti”, hanno scritto. Il negoziato per sbloccare lo stallo è in corso sulla rotta Rio De Janeiro-Bruxelles. L’obiettivo dei leader europei è trovare un accordo sui sei candidati vicepresidenti della futura Commissione europea. In particolare, lo scontro si è consumato su Fitto e la spagnola Ribera. Dopo giorni di tensioni, attacchi reciproci e trattative semi-segrete, popolari, socialisti e liberali sono vicini a sbloccare l’impasse. Nella città carioca, a margine del G20, i leader Ue e Ursula von der Leyen hanno avuto modo di affrontare la questione. E il premier Pedro Sánchez ha aperto alla possibilità di votare il candidato italiano. La mossa di Sánchez è stata il grimaldello per sbloccare lo stallo, ma non è bastato. Lunedì sera i tre capigruppo della maggioranza, Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie Hayer si sono visti per aprire il tavolo della trattativa. Al centro l’ipotesi di elaborare un patto scritto che ricalchi il programma già enunciato da von der Leyen ma, soprattutto, che allontani l’ipotesi di un’asse tra il Ppe e le destre.

Il problema della maggioranza Ursula è la sua fragilità interna. A pesare sono i contesti politici nei singoli Stati membri. Nei socialisti la delegazione francese e quella tedesca sono le più battagliere: non hanno candidati commissari da difendere e si preparano alle proprie campagne elettorali, che nel caso della Germania sarà a strettissimo giro. Il Ppe deve fare i conti con gli spagnoli del Partido Popular: la loro opposizione a Ribera è feroce e potrebbe portarli a smarcarsi perfino dal voto a von der Leyen il 27 novembre, nel caso la candidata di Sanchez ottenga luce verde. “Al momento sulla Commissione con i liberali e i socialisti non c’è accordo”, ha sottolineato Weber in tarda serata, dopo una riunione del gruppo intrisa di malumori, e prima di tornare a vedere Garcia Perez e Hayer. Ma è lo stesso leader popolare a non disdegnare il continuo alzare la posta del suo gruppo, complice il rapporto ormai ai minimi con i socialisti. Intanto, la vicepremier spagnola Teresa Ribera, con delega alla Transizione ecologica, è intervenuta al Congresso spagnolo. “Ho lavorato dal primo minuto nel mio ufficio per risolvere i bisogni e le urgenze” per l’emergenza provocata dalla Dana lo scorso 29 ottobre, che ha causato le alluvioni e oltre 220 vittime nel Levante spagnolo”. Ma il portavoce del Partito popolare all’opposizione, Miguel Tellado, l’ha accusata di essere “una ministra in fuga”, per non aver visitato le zone colpite dalle alluvioni e segnalandola come “massima responsabile in materia idrologica in Spagna”.

“Io lavoro, non vado a farmi foto”, ha replicato Ribera. E ha rinfacciato all’allora Governo del conservatore Mariano Rajoy di non aver eseguito le opere di drenaggio del torrente Poyo, nel 2017, ignorando la dichiarazione di impatto ambientale firmata da lei come segretaria di Stato nel 2011. L’esondazione del Poyo ha travolto il 29 ottobre interi comuni della provincia di Valencia. “Se il Pp avesse fatto le opere di sistemazione del torrente Poyo si sarebbero salvate molte vite”, ha detto Ribera. Nonostante le parole della vicepremier iberica, il gruppo del Ppe attacca. “La candidata Teresa Ribera” nel corso dell’audizione alle Cortes “ha evitato di rispondere alle ripetute richieste dei parlamentari sul suo impegno a dimettersi se la giustizia spagnola la accuserà di aver commesso illeciti durante la gestione delle alluvioni in due regioni spagnole. Il gruppo del Ppe vuole sottolineare che la candidata dovrebbe essere pronta a dimettersi su richiesta della giustizia spagnola”. È quanto si legge in una nota del gruppo del Ppe che si riserva di comunicare la sua “valutazione completa” su Ribera nelle prossime ore. Niente di buono per Ursula von der Leyen.

Aggiornato il 20 novembre 2024 alle ore 16:49