Il centrosinistra vince le Regionali in Emilia-Romagna e in Umbria. Dopo la sconfitta in Liguria, il fu campo largo si ridesta confermando l’Emilia-Romagna e strappando l’Umbria al centrodestra. Così rinsalda quella cintura rossa che era stata spezzata proprio dalla vittoria di Donatella Tesei, nel 2019. Per buona parte dello spoglio, la governatrice uscente conservatrice è rimasta a una incollatura dalla cattolico-democratica Stefania Proietti, sindaca di Assisi, candidata con il centrosinistra. Poi, Proietti ha preso il largo e la vittoria si è concretizzata nel tardo pomeriggio. Una “doppietta” che incoraggia i leader del centrosinistra a insistere nella costruzione del fronte progressista. La vittoria, per Elly Schlein, è “il segno dell’unità della coalizione e del Partito democratico”. Il riferimento della leader dem al Pd non è casuale come non è casuale la prima “fotografia” (in basso) della serata che la vede al fianco del neo governatore emiliano-romagnolo Michele De Pascale (che ha vinto con ampio margine su Elena Ugolini, sostenuta dal centrodestra) e a Stefano Bonaccini, figura di riferimento dell’ala riformista e presidente del partito. Il largo risultato del Pd, che in Emilia-Romagna sfonda il tetto del 40 per cento, rinsalda infatti quella pax interna messa in discussione dalla sconfitta in Liguria.
Un successo che conferma lo stato di buona salute del Pd evidenziato paradossalmente proprio nella tornata elettorale della regione di Ponente, che ha visto i dem affermarsi come primo partito. Così come in Umbria, con il Pd al 31,9 per cento, quasi 12 punti sopra Fratelli d’Italia, fermo al 19,58 (quando le sezioni scrutinate erano 500 su mille). Confermato anche lo stato di buona salute di Alleanza Verdi e Sinistra così come le difficoltà del Movimento 5 stelle: alle Europee di giugno il consenso del partito guidato da Giuseppe Conte era pari all’8,9 per cento contro l’attuale 4,93 per cento. Così in Emilia Romagna dove i pentastellati si fermano al 3,6 per cento contro il 7,2 per cento delle Europee.
“Unità” è stata anche l’immagine che i leader del centrosinistra hanno provato a restituire plasticamente con la piazza organizzata in extremis a poche ore dal silenzio elettorale quando Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni si sono compattati attorno a Proietti in difesa della sanità pubblica. Chi ha partecipato al presidio davanti all’Ospedale Santa Maria ha inviato un messaggio chiaro ai capi dell’opposizione: “State uniti, basta litigare”. Un riferimento a quanto accaduto in Liguria, con il candidato Andrea Orlando sconfitto dai veti su Matteo Renzi e Italia viva, prima ancora che da Marco Bucci. Non a caso proprio Renzi sottolinea che “il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi”. E da Italia viva, Raffaella Paita aggiunge: “Qualcuno lo capirà, prima o poi?”. Quel “qualcuno” suona come un richiamo diretto a Giuseppe Conte, il più netto nel dire “no” all’ingresso di Renzi e dei suoi candidati nel perimetro di centrosinistra. Bisogna riconoscere che le riserve su Italia viva sono state avanzate, alla vigilia del voto in Liguria, anche da Avs e Azione. L’alleanza rosso-verde, alla luce della vittoria in Umbria, auspica ora che “quando una coalizione si configura come uno spazio di lavoro comune, come visto qui in Umbria, quando lavora bene i risultati si vedono”, come spiega Elisabetta Piccolotti. Che aggiunge: “La piccola Umbria ha dato un segnale al Paese”.
Il senatore del Pd, Walter Verini afferma: “Esperienze come queste aiutano a capirsi di più e a lavorare insieme in Parlamento e nel Paese”. Ma il modello della alleanza larga è replicabile su scala nazionale? La domanda è inevitabile. Il cammino è ancora lungo, sembra dirlo anche la seconda “fotografia” (in alto) della giornata, quella di Perugia dove si precipitano a festeggiare Elly Schlein e Nicola Fratoianni. Non c’è, invece, Giuseppe Conte. Il presidente del M5s ha chiamato Proietti per complimentarsi per la “vittoria strepitosa” e per spiegare che la Costituente del M5s in corso lo “blocca a Roma”. Tuttavia, a chi gli chiede del futuro della alleanza progressista, uscendo da Montecitorio, Conte conferma la linea seguita dal M5s fino a oggi: “Ogni territorio e ogni elezione è un discorso a parte”.
Aggiornato il 20 novembre 2024 alle ore 09:44