Schlein e Conte sui fondi per la sanità, con la memoria corta

A chiedere i soldi per il Sistema sanitario nazionale ci pensa a gran voce l’opposizione. Giuseppe Conte e Elly Schlein, si prodigano per dare consigli all’Esecutivo di Giorgia Meloni per riempire di fondi la Sanità. Soprattutto ora che né il Movimento 5 stelle né il Partito democratico sono al governo. I due leader progressisti vorrebbero ricoprire il Ssn di soldi, al contrario di questa “manovra di austerità, di tagli alla sanità pubblica”. La segretaria del Pd è arrivata a dire che la spesa per la Salute “arriverà al minimo storico, addirittura sotto al 6 per cento del Prodotto interno lordo”, ha dichiarato Schlein nella conferenza stampa sulla Manovra 2025.

Ed ecco che l’opposizione ha avuto l’idea geniale, aumentare i fondi destinati alla Sanità di 5,5 miliardi di euro, prelevando soldi dai “sussidi ambientalmente dannosi (Sad)”. Conte, in simultanea, ha proposto un aumento della spesa per il Ssn al 7 per cento del Pil, da finanziare con una patrimoniale sullo 0,1 per cento più ricco del Paese. Una proposta non unitaria, e quindi scoordinata. Sorprende poi – oltre alle diverse posizioni, visto che Sad e patrimoniale non sono la stessa cosa, e l’emendamento proposto dal M5s costerebbe circa 15 miliardi – il sistema di valutazione del Pd sulla somma destinata alla Sanità dal Governo Meloni. Questo perché, quando a capo dell’Esecutivo c’era Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza aveva previsto un calo della spesa non solo rispetto al Prodotto interno lordo, ma anche in termini assoluti. Basti pensare che, se si fosse continuato con il Governo Draghi, al 2025 i fondi per il Ssn sarebbero stati all’incirca il 5,7 per cento del Pil.

A parte le incongruenze riscontrate nei “due piani” dell’opposizione, è da segnalare come il Sistema sanitario nazionale sia stato portato nella situazione in cui versa proprio dal Pd, che ha governato dal 2013 al 2020 – con una piccola parentesi pentastellata – sottofinanziando, appunto, il Ministero in questione. E dopo il Covid, quando c’è stata eccome la possibilità di ridare fiato alla Sanità, il centrosinistra ha preferito spendere 220 miliardi di euro in Superbonus e altri bonus per l’edilizia. Chi predica bene e razzola male.

Aggiornato il 15 novembre 2024 alle ore 09:50