Giorgia Meloni è volata a Baku per intervenire alla Cop29. Un viaggio da toccata e fuga per la premier, avvenuto non prima di aver ricevuto ieri in serata a Palazzo Chigi il governatore della Florida, Ron DeSantis. Nel ricordare come il Sunshine State sia il primo Stato americano per numero di imprese italiane, la presidente del Consiglio ha condiviso con il governatore “la volontà di accrescere ulteriormente gli investimenti e le collaborazioni tra le due sponde dell'Atlantico, anche in nuovi settori strategici”, si legge in una nota di Palazzo Chigi. “È stato bellissimo discutere dei rapporti tra Florida e Italia con il primo ministro oggi a Roma. Ci auguriamo che le relazioni tra i due Paesi continuino a crescere e diamo il benvenuto a maggiori investimenti da parte di aziende italiane nel nostro Stato. Grazie per averci ospitato, primo ministro Giorgia Meloni”, ha scritto sui social DeSantis, pubblicando una foto dell'incontro con la premier.
Un approccio pragmatico e non ideologico. Alla Cop29 di Baku sul clima, Giorgia Meloni è intervenuta sulla protezione ambientale, illustrando la necessità di una transizione energetica equilibrata. Nel suo discorso alla conferenza della Convenzione delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, la presidente del Consiglio si è proposta per superare le divergenze tra Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, attuando compromessi basati sulle responsabilità condivise per raggiungere i tanto agognati obiettivi sul clima. “L’Italia vuole continuare a fare la propria parte”, ha annunciato Meloni durante la conferenza, ribadendo l’impegno dello Stivale nel destinare gran parte del Fondo per il clima – quattro miliardi di euro – a sostegno di iniziative africane e bacini internazionali come il Green climate fund e il Loss and Damage fund.
La premier ha dichiarato che l’Italia è “in prima linea sulla fusione nucleare”. Il nucleare, al momento non previsto dalla legge dello Stivale, potrebbe garantire al pianeta energia pulita, sicura e illimitata, trasformando i rapporti di forza della geopolitica attuale. La presidenza italiana del G7 – ha ricordato Giorgia Meloni nel suo intervento – da tempo promuove progetti innovativi come Energy for growth in Africa, per la costruzione di infrastrutture energetiche verdi nel vasto continente; e anche l’Adaptation accelerator hub, un centro che si prodiga per accelerare l’aggiornamento energetico dei Paesi più vulnerabili. Secondo la presidente del Consiglio, il vero passo avanti che deve intraprendere la Cop29 è la promozione di una “nuova diplomazia energetica” per favorire e ridurre il gap tra Nord e Sud del mondo, sfruttando l’interconnessione del globo come opportunità per un futuro sostenibile.
Sull’attualissimo tema dei combustibili fossili, Giorgia Meloni si è detta per un approccio realistico. Al momento “non esiste un’unica alternativa”, ha spiegato la premier durante il suo intervento. Oltre alle rinnovabili, la comunità internazionale deve considerare anche i biocarburanti, l’idrogeno, la cattura della Co2 e la fusione nucleare. La vera risposta contro il carburante fossile, è il “mix energetico”, essenziale per sostenere la transizione. Anche considerato che la popolazione mondiale arriverà a contare 8,5 miliardi di persone entro il 2030, causando il raddoppio del Pil globale nel prossimo decennio. A questo, andrà di pari passo l’aumento della domanda energetica.
Infine, Meloni ha ricordato alla Cop29 che il pilastro principale del Piano Mattei per l’Africa è il nesso tra energia e clima, volto a instaurare una cooperazione diretta e interlineare tra i Paesi per uno sviluppo sostenibile. Concludendo che la decarbonizzazione dovrebbe rispettare i sistemi produttivi e sociali. Proteggendo la natura con “l’uomo al centro”.
Aggiornato il 13 novembre 2024 alle ore 12:13