Domenica 17 e lunedì 18 novembre si terranno le Elezioni regionali in Emilia-Romagna. Dopo 10 anni di amministrazione targata Stefano Bonaccini, il centrodestra prova a scardinare il sistema di potere del Partito democratico candidando Elena Ugolini, già sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel Governo Monti e preside del liceo paritario Malpighi di Bologna. Abbiamo voluto parlare con lei dei principali temi del suo programma: economia, lavoro, sicurezza, ambiente. Non mancano, inoltre, alcuni spunti di riflessione su ciò che sta accadendo nell’altra metà campo.
Lo slogan della sua campagna elettorale è “La persona al centro”. La lista che porta il suo nome annovera professionisti e personalità della società civile uniti dal desiderio di istituzioni efficienti, capaci di rispondere ai bisogni concreti dei cittadini. Che modello sogna per l’Emilia-Romagna?
“La persona al centro” è proprio il modello di governo di cui necessita l’Emilia-Romagna. La nostra Regione comprende senza dubbio delle eccellenze. Ma, girandola in lungo e in largo, sono giunta alla conclusione che le sue fragilità si siano acuite nel corso degli anni e che possano essere superate solo con un nuovo approccio alla crescita economica e lavorativa, alla cura del territorio, alla sanità e alla sicurezza cittadina. In Emilia-Romagna la parola “sussidiarietà” è del tutto sconosciuta e ciò ha fatto sì che alcuni territori fossero considerati di serie a, mentre altri di categoria inferiore. Abbiamo visto i danni dell’assenza di sussidiarietà anche in seguito agli ultimi episodi atmosferici estremi. Per esempio, è stato impedito agli agricoltori di dare il proprio contributo nelle zone adiacenti ai corsi d’acqua. Fino al maggio 2024 erano addirittura multati se portavano via la legna dagli argini dei fiumi. In seguito, è stata concessa loro la possibilità di togliere il legname, senza però disporre dei mezzi meccanici – previo l’invio di una Pec e solamente per uso personale. Siamo alla follia: per questo motivo, è ora di cambiare.
Nel 2024 il Pil regionale crescerà dell’1,1 per cento, un dato leggermente superiore alla media italiana (+0,8 per cento). Verrebbe da dire che l’Emilia-Romagna cresce nonostante l’amministrazione della sinistra, grazie alla laboriosità dei suoi abitanti. Come si può valorizzare il tessuto produttivo della terza economia del Paese?
Cresciamo grazie all’instancabilità degli emiliano-romagnoli, ma potremmo fare ben di più. Ci sono due grandi problemi che ho riscontrato visitando tutta la Regione: una burocrazia ossessiva e l’assenza di manodopera. Per risolvere questi due problemi serve una nuova mentalità: fresca, libera, aperta al futuro. Eliminare gli enti inutili e la burocrazia in eccesso permetterebbe di avere più libertà d’iniziativa economica e di attrarre maggiori investimenti, soprattutto dall’estero. L’assenza di manodopera – riscontrabile su più livelli – può essere risolta adottando i percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per gli studenti che finiscono le scuole medie, bloccati dal 2003 in Emilia-Romagna. Imparare un mestiere insieme a persone preparate e appassionate che sono in stretta connessione con le aziende artigiane, le professioni, le piccole, medie e grandi imprese è qualcosa di prezioso.
La giunta Bonaccini non ha realizzato un piano di sicurezza mirato a contrastare il dissesto idrogeologico e ha speso un terzo dei fondi erogati dal Governo Meloni in seguito alle calamità del 2023. L’alluvione dello scorso settembre ha messo in ginocchio Ravenna; gli eventi metereologici degli ultimi giorni hanno continuato a provocare danni. Solo 12 delle 23 vasche di espansione presenti sul territorio dell’Emilia-Romagna sono operative. Inoltre, i comuni a guida Pd trascurano la pulizia degli argini fluviali – forse per non inimicarsi gli attivisti green. Quali sono le sue proposte per scongiurare ulteriori emergenze in futuro?
Inizierò rivedendo tutti gli enti preposti alla tutela del territorio. Ricordiamo che l’Emilia-Romagna è la sola Regione ad aver unito sotto un unico ente l’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio e l’ufficio della Protezione Civile. Di certo, non risolveremo il caos burocratico che si è venuto a creare istituendo un altro ente – come invece propone Michele De Pascale, il candidato del campo largo. Questa proposta certifica che non è stato capito il problema e che, anzi, si persevera nell’errore. Contestualmente a una revisione degli enti preposti alla sicurezza del territorio, dovremo avviare una ricognizione di quello che è stato fatto e quello che non è stato fatto, capendo dove siano finiti i soldi che i vari governi hanno messo a disposizione e che non sono stati spesi. Ma questo non è tutto, chiaramente. Oltre a portare a termine le opere necessarie per governare le acque che sono ferme da anni, avvieremo dei piani straordinari per la manutenzione e la pulizia dei fiumi, dei torrenti e degli affluenti.
L’hanno infastidita i toni utilizzati da Stefano Bonaccini nei suoi confronti? Ritiene che gli esponenti del Pd siano nervosi perché consapevoli di aver amministrato male?
La reazione di Bonaccini, nel momento in cui ho presentato il mio progetto civico per il futuro della Regione, dimostra in modo evidente la sua arroganza verso chi “non gli appartiene”. Mi ha subito iniziato ad attaccare, senza aver neanche atteso che presentassi i principali temi del mio programma, accusandomi di essere la “foglia di fico” della destra con il suo tipico atteggiamento misogino.
Bologna è stata per l’ennesima volta lo scenario delle tensioni tra la polizia e i manifestanti dei centri sociali. In seguito, si è generato uno scontro istituzionale tra la prefettura del capoluogo emiliano-romagnolo e il sindaco Mattia Lepore, dai più accusato di prestare il fianco ai collettivi e alle frange estremiste. Cosa ne pensa?
Nella nostra città si sono verificati degli episodi di guerriglia urbana che condanno duramente. Invece di manifestare la piena solidarietà alle forze dell’ordine, Lepore ha accusato il governo centrale di aver mandato “trecento camicie nere”. Parole fuori dall’ordinario per un sindaco, che mi hanno lasciato sbalordita. Come sono rimasta sbalordita quando ho saputo che il vicesindaco di Bologna, Emily Clancy, ha partecipato alla manifestazione non autorizzata dei collettivi. Colgo l’occasione per ribadire la mia piena solidarietà a tutto il personale delle forze di polizia.
L’Emilia-Romagna è da sempre una roccaforte rossa. Tuttavia, nelle province di Piacenza e Parma esistono delle sacche di moderatismo che hanno storicamente premiato le forze liberalconservatrici. Cinque anni fa Lucia Borgonzoni ha massimizzato i consensi del centrodestra, ma non è riuscita a espugnare l’avamposto di sinistra per antonomasia. Che strategia metterà in campo per rivolgersi agli indecisi? Pescherà nel bacino elettorale del suo avversario?
Ogni elezione ha una storia a sé; non possiamo fare paragoni con la precedente contesa regionale perché lo scenario politico è totalmente cambiato. La mia strategia? Essere me stessa fino in fondo. È ciò che sto facendo e che continuerò a fare fino all’ultimo giorno di campagna elettorale. Il mio civismo è un dato di fatto, come la mia indipendenza rispetto ai partiti. Questo può essere un motivo di apprezzamento anche tra gli scontenti del Pd.
Aggiornato il 13 novembre 2024 alle ore 10:00