Massimiliano Fedriga teme uno scontro istituzionale. “Serve più equilibrio da entrambe le parti. Nello scontro in atto vedo un pericolo per la democrazia”. Lo sostiene il presidente leghista del Friuli-Venezia Giulia, parlando del conflitto tra magistratura e Governo, in un’intervista alla Stampa. Gli attacchi più violenti sono arrivati dalla politica: “Non c’è dubbio, ma sono arrivati come conseguenza di posizioni, da parte di un pezzo della magistratura, che sono discutibili e mi lasciano piuttosto perplesso”, replica Fedriga. Per il governatore, “uscite” come quella del Tribunale di Bologna che cita la Germania nazista sulla questione dei Paesi sicuri “mettono a repentaglio la fiducia dei cittadini nella magistratura. L’opinione pubblica, in questo modo, può dubitare che ci sia serenità di giudizio. Se poi non c’è equilibrio nemmeno da parte della politica, si crea una distanza tra le istituzioni e i cittadini. Per questo è un problema democratico”. Sul fronte migranti “il problema è non far arrivare l’immigrazione illegale e favorire quella legale, il tema non è da dove entrano gli irregolari. Si deve capire che l’immigrazione illegale penalizza quella regolare, a cui vanno garantiti dei diritti. Serve un modello diverso, non solo di contenimento”. Per quanto riguarda il voto americano, Fedriga non si schiera né coi democratici né coi repubblicani: “Sono fiducioso che, chiunque vinca, il prossimo presidente americano avrà a cuore i rapporti con i suoi alleati europei. Nei miei viaggi negli Usa non ho mai preso posizione prendendo le parti di Donald Trump o di Kamala Harris e non lo farò ora”.
Intanto, sul fronte economico, un altro leghista doc, il sottosegretario all’Economia Federico Freni, intervistato da Repubblica, in merito alla Manovra, conferma l’intenzione di riaprire il concordato. “Qui ad essere agitato è solo chi parla di condoni senza alcuna ragione. Tra una decina di giorni conosceremo il numero delle adesioni e valuteremo come dare un’altra possibilità a tutte quelle Partite Iva che vogliono aderire al concordato”. Freni cita Dante: “Nostra carità non serra porte a giusta voglia”. Freni nega il timore di un flop delle adesioni: “Tutt’altro. Forse è bene ricordare che il concordato è al suo debutto e che qualsiasi strumento fiscale ha bisogno di tempo per essere assimilato dai contribuenti”. E replica al segretario della Cgil Maurizio Landini, secondo cui col concordato l’Esecutivo legalizza l’evasione: “Landini è animato da un inspiegabile rancore preventivo nei confronti del Governo. Il suo giudizio non mi meraviglia. Se critica persino il taglio delle tasse che garantiamo a 14,3 milioni di lavoratori, figuriamoci il concordato. In ogni caso ha torto”. Per Freni, “il concordato punta a far emergere redditi non dichiarati: è un incentivo all’evasione, questo? Non mi sembra. Semmai accompagniamo il contribuente lungo un percorso virtuoso che punta a migliorare la propria affidabilità fiscale”. Alla domanda se, dopo il concordato, il Governo stia già pensando a una nuova sanatoria, Freni replica: “Guardi, qui pensiamo solo a misure di buon senso. Concordato e nuova rottamazione delle cartelle possono, ad esempio, andare insieme”. Per quanto riguarda la Manovra, “la Lega è al lavoro su alcune modifiche alla Manovra: rateizzazione dell’acconto di novembre, canone Rai, Flat tax, nuova rottamazione. Sono tanti i temi da approfondire. Ma con la giusta riservatezza e un linguaggio adeguato”.
Aggiornato il 04 novembre 2024 alle ore 14:35