Ci mancava pure Danilo Toninelli a buttare benzina sul caotico fuoco che inesorabile avvolge il Movimento 5 stelle. L’ex titolare del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, all’indomani delle elezioni in Liguria che hanno visto i pentastellati crollare a meno del 5 per cento, ha fatto sapere che a quelle elezioni regionali “il M5s non ha perso, non c’era, c’era solo il partito di Giuseppe Conte”. L’Elevato (Beppe Grillo) che non è neppure andato a votare nonostante la presenza tra i candidati alla Presidenza della Regione di quel Nicola Morra (fedele adepto dell’ex comico) che fu presidente della Commissione antimafia, che fu anche presidente del circolo degli spocchiosi intrisi di supponenza autoesaltante, che fu quello che nella campagna elettorale invitava a non votare Marco Bucci perché gravemente malato, con il rischio quindi di non riuscire a portare a termine la legislatura. Forse anche per questo il garante se ne è rimasto a casa. E poi c’è lui, che da “avvocato del popolo” si è trasformato, nel corso del tempo, in “becchino del popolo” (e anche della creatura grillin-casaleggiana): Giuseppe Conte, avvicinatosi ai cinque stelle “grazie” all’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, vuole impadronirsi del M5s a tutti i costi e la destra lo ringrazia per la sua meritoria e ostinata azione. Anche la segretaria del Pd Elly Schlein sembra essersi un po’ scocciata di quello che fu il suo migliore alleato. La base dei cinque stelle dimostra oramai di capire ben poco di quel che sta accadendo tra i due Giuseppe, mentre gli avvocati si strofinano le mani. Uno varrà pure uno ma, in questo caso, siamo di fronte a una razza in via di estinzione che è meglio non proteggere.
Aggiornato il 31 ottobre 2024 alle ore 11:30