“Da quando il Governo ha siglato il patto con l’Albania, le chat usate dai trafficanti di esseri umani ribollono”. Lo ha spiegato ieri la giornalista del Giornale, Francesca Galici, presentando il suo libro (L’invasione, casa editrice Historica) alla Camera dei deputati. L’hanno accompagnata in questo viaggio a ritroso sulle principali rotte dell’immigrazione illegale, il deputato Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia, e il direttore del Secolo d’Italia Antonio Rapisarda. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, quindi, è ormai diventata uno dei principali bersagli di insulti e minacce da parte delle organizzazioni criminali, proprio per via dell’inedito attivismo del suo governo sul fronte immigrazione irregolare. Galici lo ha potuto constatare con i propri occhi, infiltrandosi nelle chat e nei gruppi social dove si incrociano domanda ed offerta. Questo, ha sottolineato ancora l’autrice, a conferma di come l’accordo con Tirana costituisca una seria minaccia per quanti si arricchiscono con il business della tratta.
Per continuare a motivare i propri clienti ad affrontare un viaggio rischioso e dall’esito incerto, i trafficanti si servono di una propaganda sempre più persuasiva e pervasiva. “I messaggi motivazionali rimbalzano sulla rete e sui telefoni, servono a convincere gli indecisi a prendere il mare per cambiare vita, facendo loro credere che al di là del Mediterraneo potranno ottenere tutto quello che sognano: soldi, donne, successo”. È un vero e proprio indottrinamento, nel quale alcune parole ricorrono come un mantra: soldato, fallimento, impresa, battaglia, successo, lotta, forza. Il viaggio verso le nostre coste diventa quindi una sorta di missione per uomini valorosi che si possono così riscattare del colonialismo subito dal ricco Occidente.
Dei tanti retroscena squadernati dall’autrice, c’è poi quello dell’uso spregiudicato che gli schiavisti del XXI secolo fanno di donne e bambini. Per questa categoria di migranti spesso i costi della traversata sono pari a zero. Come mai? Si cercano appositamente le donne incinte e i bimbi, preferibilmente neonati, con il subdolo scopo di ottenere interventi più rapidi da parte delle autorità italiane. A questo proposito, nelle sue ricerche, Galici si è imbattuta in un annuncio che recitava così: “Il prezzo è di 2.500 dinari, pari a 850 euro. Gratis per bambini e donne in gravidanza”. Quindi soggetti vulnerabili che vengono stipati assieme al resto dei migranti secondo una logica spietata: quella del maggior numero. È per questo che si verificano tanti naufragi, ha sottolineato l’autrice: non perché le imbarcazioni non sono stabili, ma perché vengono scientemente sovraccaricate dagli scafisti per guadagnare di più.
L’onorevole Sara Kelany ha definito quello della Galici un lavoro “coraggioso” che “inverte la narrazione buonista del fenomeno migratorio che fa male ai migranti che rischiano la vita e alla gestione delle nostre politiche migratorie”. Venendo al protocollo Italia-Albania, tema caldo del momento, Kelany ha ricordato che questo si inserisce in un più ampio cambio di passo impresso dall’attuale Esecutivo alle politiche migratorie: le partnership con i Paesi di provenienza e di transito, il Piano Mattei per l’Africa e pene severissime per gli scafisti. Questo cambio di passo, a due anni dall’insediamento del Governo Meloni, non solo è guardato con grandissimo interesse dall’Europa, ma ha anche portato a una drastica riduzione degli sbarchi: -61 per cento dal primo gennaio al 21 ottobre 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E parallelamente, i rimpatri sono aumentati del 16 per cento. Dati confermati anche nel bilancio dei primi 24 mesi di governo contenuto nel report diffuso ieri da Palazzo Chigi.
(*) Francesca Galici, L’invasione, Historica, 115 pagine, 12 euro
Aggiornato il 23 ottobre 2024 alle ore 17:37