Giuseppe Valditara è “stanco di assistere al ripetersi di episodi” di bullismo nelle aule scolastiche. Il ministro dell’Istruzione, nel corso di un’intervista alla Stampa, si rivolge ai genitori di Leo, il giovane di 15 anni suicida dopo le violenze di cui è stato vittima. “Testimonierò la mia vicinanza”, afferma Valditara. “Se me lo consentiranno li abbraccerò perché vorrei che sapessero che le istituzioni sono al loro fianco. E ovviamente li ascolterò”. È assurdo che “un ragazzo mite, gentile, sensibile, viene preso di mira da chi agisce con la prepotenza e la forza. Ritengo che la scuola debba essere il luogo dell’amicizia e del sorriso”. Poi riferisce che “gli ispettori hanno redatto una relazione molto corposa che necessita di ulteriori approfondimenti. Sarà compito della magistratura fare chiarezza in modo pieno. Io intendo, tuttavia, andare fino in fondo. Nelle classi è fondamentale fornire esempi di figure positive, insegnare e trasmettere valori. Ci vogliono laboratori sul bullismo per far parlare i ragazzi. Bisogna coinvolgere le famiglie e quando c’è un comportamento violento, si deve agire severamente sulla condotta con una sanzione”.
Per il ministro però “è necessario fare un discorso anche più ampio. Quel ragazzo potrebbe essere figlio di ognuno di noi. Dobbiamo sforzarci tutti di essere vigili, anche in politica: basta insulti alle persone, basta offendere gli individui. Bisogna criticare le idee. Dobbiamo tutti fare un’autocritica seria: la politica, il giornalismo, la società. Offendere le persone, chiunque siano, è l’humus del bullismo”. Valditara sottolinea che, “negli ultimi anni, il bullismo ha avuto una crescita esponenziale. Di sicuro, i social hanno avuto un ruolo importante, quello che circola in rete è pazzesco, si perdono di vista le relazioni sane, il rispetto dell’altro, si è portati a emulare comportamenti aggressivi”.
Intanto, i casi di cyberbullismo sono in aumento negli ultimi anni, soprattutto a danno delle ragazze (44,6 per cento nel 2022), a fronte del 36,5 per cento fra i ragazzi. È quanto emerge dall’indagine Edit, dell’Agenzia regionale di sanità toscana (Ars), presentata al secondo congresso regionale Simeup-Società italiana di medicina di emergenza urgenza pediatrica, che si è tenuto a Pisa alle Benedettine. È emerso, si spiega in una nota dell’Azienda ospedaliero universitaria Pisana (Aoup) che riporta i dati del congresso, “che il bullismo è strettamente legato al fenomeno della violenza domestica: i minori esposti a episodi di violenza familiare sono quindi più propensi a esercitare forme attive di bullismo nei confronti dei compagni o a essere vittime di bullismo”. Dall’osservatorio Indifesa 2024, su un’indagine condotta su un campione di 4.115 adolescenti in Italia, emerge che il 63 per cento ha subito bullismo e il 19 per cento cyberbullismo. Inoltre, i luoghi più a rischio di bullismo e cyberbullismo sono nel 66 per cento dei casi la scuola e nel 39 per cento il web. Nel 75 per cento il bullismo e cyberbullismo determinano nell’adolescente perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, nel 47 per cento ansia sociale e attacchi di panico, nel 45 per cento isolamento e allontanamento dai coetanei. Dal congresso, conclude l’Aoup, “è emersa quindi sempre di più la necessità di fare rete e promuovere la diffusione di informazioni su questo argomento che rimane ancora oggi troppo sommerso e misconosciuto”.
Aggiornato il 21 ottobre 2024 alle ore 16:08