È un periodo, quello attuale, nel quale due ex pm “prestati alla politica” (l’onorevole Federico Cafiero de Raho e il senatore Roberto Scarpinato, entrambi del Movimento 5 Stelle) sono al centro, volenti o nolenti, di una polemica concernente la loro presenza nella Commissione parlamentare Antimafia: il conflitto d’interesse è latente ma poi non troppo.
Per dirla con Tiziana Maiolo (Il Riformista), i due parlamentari “semplicemente non possono continuare a indagare, con gli stessi metodi e teoremi, sotto mentite spoglie”. Per giunta, l’altro giorno si è venuto a sapere che il dottor Scarpinato è stato intercettato casualmente senza la preventiva autorizzazione del Senato. Apriti cielo! L’ex procuratore generale del processo sulla presunta Trattativa Stato-mafia si è rivolto (casualmente...) al Fatto Quotidiano per far sapere che si sente vittima di un complotto messo in piedi da chi vorrebbe estrometterlo dalla Commissione Antimafia.
Sempre per dirla con la Maiolo, “siamo al de Raho-due, con due ex procuratori antimafia transitati in Parlamento, uno alla Camera e l’altro al Senato, nei gruppi dei Cinque stelle. E subito dopo collocati dal loro partito a proseguire l’attività investigativa nella Bicamerale”.
Sulle involontarie intercettazioni a Scarpinato, Matteo Renzi non si è fatto sfuggire l’occasione di commentare: “L’ex pm Scarpinato – ha scritto il senatore fiorentino su X – si dimostra il perfetto grillino dalla doppia morale. Per due anni ci ha aggredito in aula chiedendo più intercettazioni per tutti. Ora che hanno intercettato casualmente lui, chiede di non utilizzare quelle intercettazioni dicendo che no, lui non si può intercettare”. Come dare torto a Renzi sulla doppia morale dei Cinque Stelle?
Aggiornato il 18 ottobre 2024 alle ore 10:29