Non passa quasi giorno che la premier Giorgia Meloni non parli di complotti ai suoi danni e non solo. A pensarci bene, è vero che dalle nostre parti tira un’aria “strana”: giudici prestati alla politica, sale per le intercettazioni che si trasformano in redazioni di giornale, bancari che diventano investigatori, servizi che di tanto in tanto evidenziano le loro falle e i loro “strani comportamenti”. Sarà pure esageratamente “auto-complottista” Meloni, ma chi non si allarma della situazione o è piuttosto sbadato o è complice. Almeno perché “il fatto sussiste” eccome, e negarne l’esistenza è almeno solo una posizione di comodo.
Secondo Luigi Bisignani (uno che se ne intende) nei Servizi è in atto una faida interna e il Governo si è trasformato in un facile bersaglio. A giudizio della presidente del Consiglio ci sono “funzionari, dipendenti pubblici e privati che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono sul mercato”. A chi le vendono? Questa è la risposta che stiamo aspettando. “Presumibilmente – ipotizza Meloni – dietro ci sono degli interessi. In questa nazione ci sono probabilmente gruppi di pressione”.
Interessi e gruppi di pressione. Ecco che arriviamo al dunque. Le indagini che sta svolgendo il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, hanno tra l’altro accertato che due servitori dello Stato (l’ex pubblico ministero Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano) hanno illecitamente impinguato gli archivi del Domani fornendo a tre giornalisti della testata materiale che da quegli uffici giudiziari non poteva uscire. Ben 337 file riservati sono stati inviati (nel periodo 2018-2022) ad un professionista del quotidiano.
E quale è stato il giornale che per primo ha riferito la notizia degli inquiry effettuati illegalmente dall’impiegato pugliese infedele di Banca Intesa San Paolo? Il Domani. L’azionista unico della società che pubblica il quotidiano si chiama Carlo De Benedetti. È sufficiente consultare lo spazio dedicato all’imprenditore torinese su Wikipedia: l’identikit del perfetto capo di un “gruppo di pressione” al quale fanno riferimento diversi interessi e che utilizza, in questo caso, uno “strumento” (ma non l’unico) sicuramente efficace come innegabilmente è un giornale.
Aggiornato il 16 ottobre 2024 alle ore 11:23