
Carlo Calenda critica la strategia del fu campo largo sull’elezione del nuovo giudice della Corte costituzionale. Di fatto, il leader di Azione, in un’intervista al Corriere della Sera, attacca Elly Schlein. “L’opposizione – sostiene Calenda – non si esercita sull’Aventino. La compattezza è stata importante per segnalare alla premier che sui giudici della Consulta va raggiunto un accordo. Si deve dialogare per garantire rappresentanza anche all’opposizione”. Secondo il leader di Azione, però “non è giusto demonizzare un professore come Francesco Saverio Marini che ha lavorato sia con Nicola Zingaretti sia con Giorgia Meloni. Non è giusto raccontare bugie agli italiani”, aggiunge. Infatti, “dire che Marini non può essere eletto alla Consulta perché ha scritto la riforma del premierato è una bugia. Di conseguenza, anche dire che Giorgia Meloni vuole metterlo là per tutelare quella riforma è una bugia”, prosegue il leader di Azione.
Secondo Calenda, “la normativa dei conflitti d’interesse della Consulta è molto ben disciplinata. Marini non potrebbe mai votare sul premierato. Dobbiamo, piuttosto, dire a Meloni che queste sue forzature continue non funzionano, non vanno da nessuna parte. Il Governo a mio avviso è in gravissima difficoltà, nel senso che non riesce a fare accadere nulla. Con il suo piano strutturale di bilancio ha messo una pietra tombale su quindici anni di sovranismo italiano. Basta vederlo il piano, segnala un fatto inedito: la destra italiana si è convertita all’austerità, al montismo”.
Dal canto suo, Elly Schlein, ai microfoni de L’aria che tira, su La 7, critica la maggioranza. Sulla Consulta, “quanta ipocrisia che vedo da parte di questa destra. Sulla Corte Costituzionale si deve cercare il dialogo tra la maggioranza e l’opposizione, per questo la Costituzione prevede una maggioranza larga. Qui non c’è stato neanche il tentativo di costruire quel dialogo perché loro hanno un senso proprietario delle istituzioni. Allora noi abbiamo detto: rinviate e facciamo un dialogo. Le sembra normale che abbiamo dovuto apprendere dai giornali dalla fuga di notizie della chat di Fratelli d’Italia che volevano fare un blitz sul nome senza discuterne prima con le opposizioni?”. Poi Schlein risponde, indirettamente, a Calenda. “Nessuno vuole rallentare niente, sappiamo che dobbiamo assicurare il buon funzionamento della Corte. Sono loro (la maggioranza di centrodestra, ndr) che però fanno l’Aventino quando rifiutano il dialogo. Sono loro che non rispettano la prassi costituzionale di dialogo tra maggioranza e opposizione sulle nomine così elevate”.
Aggiornato il 10 ottobre 2024 alle ore 16:28