Molti di noi erano all’oscuro del fatto che siamo di fronte ad un cambiamento di paradigma. E noi, moderatamente distratti, come al solito non ci siamo accorti di nulla. In altri termini, siamo di fronte ad un fenomeno tutto da studiare: la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale. Stiamo correndo tutti, consapevoli o no, un rischio duplice ed anche speculare. Da una parte abbiamo l’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione e, per converso, l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intesi come una minaccia. Il tutto significa che siamo quindi precipitati nell’epoca delle passioni tristi? No, si esclude, stiano tranquilli i nostri lettori.
Certo, alla laurea non siamo ancora arrivati, manca poco, ma come capacità di scrivere testi non siamo secondi a nessuno. E questo, per noi, costituisce un assioma, un orgoglio, dai quali non si può prescindere. Tanto che anche il direttore Andrea Mancia condivide il contenuto di quanto scritto sopra. Ora però dobbiamo recarci per un convegno internazionale a Times Square (Londra); raggiungeremo la capitale inglese grazie alle teorie di Galileo Galilei ispiratore, del resto, anche del Cristoforo Colombo navigatore. La nostra cultura non conosce limiti.
Aggiornato il 10 ottobre 2024 alle ore 10:28