Lo ammetto: mi piace sfogliare, e naturalmente leggere, i quotidiani. I quali spesso lanciano titoli che potremmo definire “affascinanti”. Rimani di stucco, ad esempio, quando apprendi da un titolo che Elly Schlein avrebbe “esiliato” tutti i big del Pd a parte Dario Franceschini. La segretaria è, così, sola al comando del partito e avrebbe come unico obiettivo Palazzo Chigi. Nel mondo delle emoticon c’è il viso con gli occhi sbarrati: soluzione grafica adatta per commentare certe previsioni. E, sempre per quel che riguarda la segretaria pro-tempore del Pd, un altro titolo informa che anche la Schlein si è rotta le scatole del campo largo e dei possessori di trattori e cambia la denominazione della creatura politica mai nata: da “campo largo” a “coalizione progressista”, che comunque continua a non significare nulla ma fa più scena. Il Partito democratico ha, evidentemente, sempre gli stessi difetti: nella fattispecie il camuffamento della propria identità. In effetti, quello strano schieramento-forzata ammucchiata si potrebbe chiamare anche Patroclo, anzi con più “o” (Patroclooooo) che, in questo caso, fungerebbe un stimolante grido di carica al momento dell’assalto: Schlein e compagnia assesterebbero così un duro colpo anche al generale Roberto Vannacci! Ma davvero pensate che con la “coalizione progressista” Giuseppe Conte e Matteo Renzi si batteranno il cinque dopo una cena insieme in osteria? Ci volete far credere che, dopo il superamento di un campo astruso, con la nuova denominazione, diverrà nuova anche la posizione sulla crisi ucraina? Non ce ne vogliate, ma crediamo che Patroclo da solo non sia sufficiente a mimetizzare ciò che impietosamente la realtà dei fatti ci dimostra quotidianamente. E intanto la premier Giorgia Meloni, tra una talpa e l’altra, si frega comunque le mani.
Aggiornato il 09 ottobre 2024 alle ore 10:37