Gianni Cuperlo, nell’ottica di ripristinare il fu campo largo, vuole archiviare, definitivamente, il renzismo. Il deputato del Partito democratico, in un’intervista alla Stampa sostiene che Matteo Renzi abbia “fondato Italia viva dicendo di voler fare al Pd quello che Emanuel Macron aveva fatto in Francia ai socialisti. Non è andata così. Con tutto il rispetto, non starei due mesi a discutere del suo futuro”. Per l’ex dalemiano di ferro Cuperlo, “il problema non è cosa farà Renzi ma le speranze che sapremo far vivere”. Poi si rivolge a Giuseppe Conte. “Dico: percorriamo il sentiero e ciascuno moltiplichi consensi e credibilità. Perché a chiedere il conto prima di aver mangiato, non ci si sazia: si esce solo più affamati”. Secondo Cuperlo, “per un’alternativa credibile alla destra servono due cose: un popolo che ti segua, e un’idea chiara sul destino del Paese. Dobbiamo rovesciare la piramide: chiamiamo le persone e le forze della cultura a reagire a una destra che licenzia norme e reati osceni”.
A breve ci saranno le Regionali: “Distinguerei quella partita, dove è giusto che a scegliere sulle alleanze siano i territori”, osserva. Alla domanda sul perché sia più difficile a sinistra che a destra trovare l’unità, Cuperlo risponde: “Scherzando, mi verrebbe da dire perché dopo il Novecento l’unica ideologia sopravvissuta è la psicanalisi. E servirebbe soprattutto a certi ego maschili. La destra è tenuta insieme dal collante del potere”. Da più parti arriva la critica di un antisemitismo tollerato a sinistra. “Che qualcuno lo pensi mi indigna. La colpa è stata quella di rimuovere la questione palestinese, così gli spiriti tesi alla pace sono stati soverchiati dal fondamentalismo di Hamas e dall’estremismo religioso in Israele”. Sulla manifestazione di domani: “Chi celebra il 7 ottobre come una rivoluzione inneggia a un pogrom e al fondamentalismo che usa i civili palestinesi come scudi. Questa tragedia ha negato il dialogo, ma impedire la piazza rischia di alimentare l’odio”.
Sul recupero del campo largo interviene anche Roberto Gualtieri. “Qui non siamo nel campo della politica ma della logica. Finché avremo questa legge elettorale, loro, il centrodestra, si coalizzano e vincono. Pure noi per vincere ci dobbiamo coalizzare. Il sistema elettorale lo impone”. Lo dice il sindaco di Roma al Festival delle Città dell’Ali (Autonomie locali italiane), di cui è presidente. “Nei Comuni c’è il doppio turno – aggiunge – e si può essere più hard sulla coerenza programmatica. Non è impossibile fare cose buone coi cinque stelle, e altre se ne potranno fare. Non capisco il problema. Conte ha trovato anche una collocazione più netta: ha fatto una scelta coraggiosa ma giusta. Il M5s è entrato nel gruppo di Left, quindi ha deciso che è di sinistra e non di destra. Per me è già molto: chi non è né di sinistra né di destra in genere è di destra. Poi non siamo uguali altrimenti saremmo lo stesso partito. Allearsi è banale: in tutti i Paesi europei si fanno i Governi di coalizione. Abbiamo pure fatto bene quando abbiamo governato assieme. Loro adesso sono in una fase di congresso. Saggiamente Elly Schlein sta dicendo che siamo in campagna elettorale, e non è il momento adatto per scoprire quanto siamo diversi. Intanto battiamo la destra. E anche questo non rientra nella politica ma nella logica”.
Aggiornato il 04 ottobre 2024 alle ore 16:26