Per rispondere, dobbiamo parlare di informazione, guerra, pace. Sui conflitti in Ucraina, in Israele, in Africa, in Asia, in Sud America c’è un problema informativo. La distorsione informativa a cura di molta stampa, blog, tivù è assicurata. Le informazioni di alcune fonti sono date in modo sempre più schierato, di parte, fazioso, falso. A pagare sono i russi o chi ha un budget per disinformare. Prima di proseguire, ricordiamo che Neville Chamberlain ebbe l’idea di difendere la pace nel 1938 venendo a patti con Adolf Hitler. Tornato dalla conferenza di Monaco, sventolò un foglio. Era l’accordo che si dimostrò carta straccia e non fermò la Seconda Guerra mondiale. Winston Churchill commentò: “Potevate scegliere tra la guerra o il disonore. Avete scelto il disonore e avrete anche la guerra”.
Cerchiamo di capire cosa sia la pace. La pace è la vita quotidiana, rotta più o meno improvvisamente dai combattimenti. Finisce per nostra volontà, sia che siamo gli attaccanti che se subiamo l’attacco. I conflitti armati infatti nascono quando un attaccante trova davanti a sé una difesa. Se non c’è difesa, c’è conquista ma non c’è guerra. Ma perché ci si difende? Quando fu invasa l’Ungheria nel 1956 o la Cecoslovacchia 12 dopo, non ci fu alcun tentativo di difesa. I governi comunisti di quei Paesi sostennero di avere richiesto l’intervento della Russia di allora. Sarà forse per tradizione che Viktor Orbán, il capo del governo ungherese di oggi ha comunicato che accoglierebbe pacificamente i carri armati russi.
In Italia, molti pacifessi si dicono d’accordo con il premier di Budapest. Ma gli italiani sono disponibili ad essere trattati da razza inferiore dagli eventuali conquistatori russi? Io ridotto a schiavo da Putin? Io dico no. Anche gli ucraini hanno detto no. Alcuni giornali invece suggeriscono che gli ucraini dovrebbero accettare la schiavitù a causa della minaccia bellica. La schiavitù è la fine della quotidianità libera e liberale. Chiamiamola liberista. È la fine dei diritti indisponibili, dei diritti civili e commerciali. La fine della vita come noi la conosciamo da 70 anni. Inaccettabile. Chi racconta i conflitti dovrebbe spiegare il rischio di schiavitù e dominazione crudele da parte russa o delle teocrazie che tengono in ostaggio per primi i musulmani. La loro crudeltà è provata ogni giorno. Anche nella gestione delle carovaniere africane da parte delle formazioni Wagner, le esecuzioni sommarie, le torture, gli stupri sono la quotidianità. È un modus operandi della dominazione russa.
L’informazione parziale e mistificatrice è stata realizzata anche da Carmen Lasorella su La7. Ospite di Lilli Gruber, in diretta tv ha detto: “Hezbollah si occupa anche dei disabili”. Il sorriso lasciava pensare che Hezbollah fosse come la Caritas. Personalmente ho cominciato a pensare a quanti missili potrebbe avere la Caritas, per analogia. Ma no, è assurdo. Immaginiamo che Lasorella conosca la Zakat musulmana. Spieghiamo. Zakat consiste nel pagamento di una quota del reddito di ciascun fedele a fini di carità e solidarietà nella comunità. È un obbligo del credente. La Zakat nel sud Libano è nelle mani di Hezbollah. Anche gli imam sono di Hezbollah. Il fiume di denaro della Zakat è quindi gestito dal partito teocratico sciita. Con quelle somme Hezbollah governa con pugno di ferro. Gestisce la fede, l’assistenza sanitaria, il credito, la formazione dei giovanissimi martiri nelle madrasse. Dissentire dal partito comporta l’esclusione da tutti quei servizi e dal lavoro. In molti casi, viene comminata la tortura e la morte. La giustizia di Hezbollah non prevede tre gradi di giudizio. Carmen Lasorella dovrebbe sapere queste cose. Ha invece descritto un sub-Stato totalitario che sabota le leggi libanesi, con un sorriso.
Israele ha bombardato il quartier generale di Hezbollah? Stampa e agenzie hanno dato notizia del bombardamento di palazzine di poveri civili. Dopo alcune ore, viene fuori la notizia che Hassan Nasrallah era scampato all’attacco. Era in visita nella palazzina? Lo immaginiamo sorbire il tè con i bambini e le vecchie nonne. “È abituato a scappare” dice un commentatore noto. Uno allora pensa che Israele ha bombardato un’area civile senza motivo, parrebbe. Invece, il capo di Hezbollah e il suo stato maggiore sono morti tra le macerie. La palazzina non era un edificio civile. Non viene detto. Per sicurezza, qualcuno spiega che intorno c’erano palazzine civili. Israele deve avere sempre torto. D’altronde, ogni giorno si notizia il “bombardamento di scuole”. Nessuno usa la parola “madrasse”, usata anni fa come epitome del male, o di covi terroristici, quando il nemico era l’Isis. In caso di attacchi terroristici palestinesi, gli israeliani “trovano” la morte. Come una lotteria. Non è solo la guerra ad essere mistificata.
La Banca centrale russa ha comunicato di non essere riuscita a vendere i suoi titoli di Stato per il 56 per cento. Contemporaneamente, il fondo di previdenza russo ha dichiarato di aver perso oltre la metà dei propri fondi. Le due notizie dicono che la Russia è a pezzi. Se a guidare il governo russo ci fosse la razionalità occidentale, la guerra dovrebbe finire all’istante. Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale, aveva spiegato due anni fa il suo no all’invasione dell’Ucraina. Non si comprende su quali basi, invece, ancora molti straparlano della inesistente potenza russa. Ha l’atomica, ma la condizione odierna del Paese è peggiore della Russia di Boris Eltsin.
Iran, Russia, Hamas, Hezbollah, le migrazioni, che sono in realtà commercio di schiavi e di organi da trapiantare da persone vive, sono legati da un unico filo. La crudele disperazione russa ha spinto l’Iran a garantire l’ok all’infame attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 in Israele. Nelle cronache non si collegano questi fatti. La Russia, le guerre africane, il vigore suicida iraniano sembrano scollegati, negli articoli e nei talk show con compagnie di giro spesso poco credibili. Proprio ieri notte Israele ha colpito un aereo iraniano che è atterrato nella base di Tartus in Siria. È la prova di questa realtà.
Il falso dibattito italiano si incentra sulla violenza reattiva israeliana, sule difficoltà ucraine, non sul terrorismo russo-iraniano su scala mondiale. A parlare di questioni di sicurezza nazionale fino a poche settimane fa era presente l’accusato di spionaggio Nicolai Lilin. Due anni fa tale Nadana Fridrikhson. Russi militanti. Ovviamente né gli israeliani, né gli ucraini, né nessuno dei Paesi arabi o africani accettano di farsi massacrare per difetto informativo. La guerra difensiva non si ferma per le acrobazie retoriche dei vari Marco Travaglio, Alessandro Orsini, Gianni Alemanno, Giuseppe Conte, Alessandro Di Battista, Roberto Vannacci, che ci auguriamo siano in buona fede, altrimenti sarebbero semplici traditori della civiltà liberale. E ricordiamoci che fortunatamente la democrazia non è affatto “bianca”, “europea” o “coloniale”. Il liberalismo ha attecchito ovunque.
Vuoi scegliere tra guerra e pace? Devi avere buonsenso. E amare la quotidianità. Se ci sono i cattivi, siamo costretti a combattere.
Aggiornato il 03 ottobre 2024 alle ore 15:40