Minoli: “Io alla presidenza Rai? Non ci sono le condizioni”

Secondo Giovanni Minoli, “i poteri assegnati al presidente della Rai sono pochi”. Lo spiega il giornalista, in un’intervista al Corriere della Sera. Minoli commenta l’ipotesi di una sua possibile nomina alla guida della tivù pubblica. “Allo stato attuale – sottolinea – non ci sono le condizioni per accettare una presidenza di garanzia della Rai. I poteri assegnati dal Codice civile sono ben pochi. Che garanzia potrei dare? Servono deleghe ad hoc. Io mi sono candidato come consigliere di amministrazione perché ritengo di avere la necessaria esperienza. Il 7 ottobre riparte La storia siamo noi su Rai 3. Recuperiamo la nostra memoria attraverso gli anniversari storici. Siamo anche in radio e su Internet Ho attraversato i generi. Pensi solo alla fiction Un posto al sole: 6.500 puntate, il programma italiano più visto al mondo che dà lavoro a 3.500 persone. Questo è servizio pubblico: me lo ha detto anche Fedele Confalonieri di Mediaset. E ho anche ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli all’unanimità. Una gioia”.

Minoli prosegue, precisando che potrebbe essere disponibile “se il presupposto fosse la professionalità sì, ma qui il criterio mi pare quello dell’appartenenza”. Infatti, secondo Minoli la lottizzazione in Rai c’è sempre stata ma “era diverso: i partiti facevano a gara a prendersi i più bravi per primeggiare”. “Credo che Giorgia Meloni, che è persona di serie A, dia più peso alla lealtà che ad altri valori. Servirebbe più coraggio nello scegliere le professionalità. Se lo può permettere”, sottolinea. “I palinsesti Rai fino a giugno ci sono già. Non capisco questa impellenza di votare un nuovo Cda invece di prendersi un po’ di tempo per riflettere sulla legge – conclude – che dovrà attuare il Media Freedom Act europeo”.

Intanto, come scrive il Giornale, domani è in programma il voto sul Cda della Rai e il campo largo è in frantumi. Un appuntamento importante: Camera e Senato si riuniranno per eleggere i quattro membri del Consiglio di amministrazione di scelta parlamentare. Ad essi si affiancheranno i due membri scelti dal governo e quello designato da Viale Mazzini. Ma la sinistra che sogna l’accozzaglia anti-Meloni deve fare i conti con la realtà e con l’ennesima diversità di vedute: se M5s e Avs sono pronti a votare, il Pd vuole l’Aventino. Nel primo pomeriggio si è tenuto un incontro tra Elly Schlein, i capigruppo dem di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e i membri Pd della vigilanza Rai. Questi ultimi hanno dato mandato alla segretaria di discutere la posizione che si terrà rispetto alla votazione di domani sul Cda. Appuntamento a questa sera, quando si terrà la riunione dei gruppi: al termine del vertice il Pd esprimerà la sua posizione.

Aggiornato il 25 settembre 2024 alle ore 18:30