Secondo Enrico Costa il suo “garantismo ha infastidito il campo largo”. Lo spiega, in un’intervista al Corriere della Sera, il deputato di Forza Italia che ha da poco lasciato Azione, in merito alla scelta di lasciare la presidenza della Giunta per le autorizzazioni, a seguito del passaggio dall’opposizione a un partito di maggioranza. “La mia – afferma – è una scelta politica. Sono stato eletto all’unanimità. Nessuno mi ha mai mosso obiezioni di merito sul lavoro svolto. Ma ho rispetto per le istituzioni. Sento la responsabilità di tutelare la Giunta da prevedibili tensioni che la distoglierebbero dai suoi compiti delicati. Non aveva senso rimanere attaccato alla poltrona”. Costa sottolinea: “Non c’erano precedenti. Ora il precedente sono io. E adesso nessuno potrà più sottrarsi. Non c’è alcuna norma che lo imponga. Non è scritto in nessun regolamento. Solo il presidente del Copasir deve essere per disposizione normativa individuato nelle file dell’opposizione. Tanto è vero che sia presidenti della Giunta delle autorizzazioni che di quella delle Elezioni sono rimasti al loro posto dopo essere passati in maggioranza”. Quello che è successo, secondo Costa, “rientra nella logica politica, vogliono appropriarsi di un ruolo di garanzia. Non prevale la logica del merito, ma la logica della bandierina”. “Certamente le mie posizioni garantiste infastidiscono molte forze del campo largo. Ma abbiamo preso decisioni delicate su molti casi. E mai c’è stato uno screzio o uno scontro pur nella differenza di posizioni”.
Nella lettera indirizzata al presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana afferma: “Nei giorni scorsi, ho aderito al Gruppo parlamentare di Forza Italia, spiegandone nel dettaglio le ragioni politiche. Dal punto di vista regolamentare, questa scelta è del tutto priva di conseguenze in relazione all'incarico da me ricoperto, e ciò è confortato da numerosi precedenti. Tuttavia, oltre al profilo giuridico, per cui sarebbe assolutamente legittimo mantenere il ruolo in cui sono stato eletto, senza trascurare il fatto che nessuno muove obiezioni di merito al lavoro svolto, prendo in considerazione anche il piano politico-istituzionale. Ritengo, infatti, che la Giunta vada tutelata con la responsabilità di scongiurare tensioni che posso giudicare strumentali, ma che la distoglierebbero dai suoi compiti delicati”. E si legge ancora: “Abbiamo creato un clima di ottima collaborazione e confronto. Siamo stati capaci di affrontare temi complessi in modo costruttivo e non pregiudiziale e questo processo non deve interrompersi solo perché il presidente ha fatto una scelta politica”. Infine: “Allo stesso modo, per mantenere una carica non sacrificherei mai le battaglie garantiste per una giustizia liberale, che da sempre conduco e che condurrò con impegno a fianco dei colleghi di Forza Italia. Pertanto, con grande serenità, rassegno le dimissioni dalla carica di presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera dei deputati e ringrazio i commissari e i funzionari con i quali ho avuto modo di collaborare e che ho apprezzato per preparazione e professionalità”.
Aggiornato il 24 settembre 2024 alle ore 16:07