La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sposato la linea politica della presidente Ursula von der Leyen. Ha quindi portato a casa la nomina di Raffaele Fitto a commissario europeo alla coesione, e di vicepresidente esecutivo. Sarà uno dei sei vicepresidenti. Come tradizione, a tanto potere corrisponde tanto controllo. In questo caso Fitto avrà la responsabilità di almeno mezzo miliardo di budget, più il Pnrr. La competenza sarà però condivisa con un altro commissario, Valdis Dombrovskis, lettone e titolare dell’Economia.
La nuova Commissione europea guidata da von der Leyen, si presenterà al Parlamento europeo per l’approvazione. Se passerà indenne dalle eventuali contestazioni, otterrà la fiducia. I nuovi commissari cominceranno a lavorare subito dopo. Un successo italiano contro la perfida Europa?
Ricordiamo alcuni principi di funzionamento delle Istituzioni europee. Le politiche comunitarie sono impostate dal Consiglio dei ministri europeo. Tutti i governi partecipano e decidono all’unanimità. L’Ungheria quasi da sola difendere le posizioni di Vladimir Putin, votando contro le decisioni di tutti gli altri. È quindi ovvio che tutti i governi nazionali condividono l’indirizzo politico europeo.
La Commissione europea è comunque un organo amministrativo, non politico. Non esiste uno Stato federale europeo. Con gli attuali trattati non può esistere. Ne servirebbero di nuovi. Significa che le istituzioni europee non hanno autonomia politica. La Commissione è un grande ministero continentale. I commissari sono il vertice di questa macchina amministrativa. Ma sono i direttori generali a far funzionare la macchina e la spesa europee, secondo regole chiare e sedimentate.
Durante la Rivoluzione francese e negli eserciti comunisti c’erano dei commissari del popolo a controllare i generali. I commissari europei hanno un ruolo analogo nell’amministrazione europea. La Commissione, insieme al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri ha il diritto di iniziativa per proporre le direttive comunitarie. Le direttive non sono leggi, ma regolamenti di livello superiore. A volte la Commissione decide quelle sulla dimensione di pesci, banane e zucchine. Sono decisioni richieste dai governi nazionali. In ogni caso, una proposta di direttiva può essere approvata solo dopo un processo che deve essere ripetuto due volte. Ogni passaggio dura due anni. Nel processo di approvazione chiunque voglia può dire la sua. Basta un’e-mail. Gli organi comunitari sono tutti coinvolti. Ogni direttiva ha sempre anche il sì italiano. Quando qualcuno parla di “dittatura europea” mente e cerca di rendersi irresponsabile.
Anche la Bce, la Banca centrale europea, è stata accusata di “dittatura”. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha spiegato che le banche centrali non sono soggette ai voleri dei governi e dei politici. Il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato il diritto a dissentire. Sul punto, ha ottenuto un grande silenzioso consenso: può dissentire liberamente. Il dissenso senza spiegazione è però rumore di fondo. Con questo frastuono di allitterazioni e parole confuse cosa capiscono i cittadini, gli elettori? Poco.
Il cittadino non può conoscere tutte le leggi, regole e istituzioni nazionali, comunitarie, regionali, comunali. Oltre cento leggi, dovrebbe essere costituzionalmente statuito il diritto all’ignoranza dei cittadini. Il vivere quotidiano richiede invece competenze di diritto costituzionale, tributario, bancario, dei contratti, dei codici civili e penali che richiedono multiple lauree specifiche. È immorale obbligarci a far finta di conoscere tutto. Per questo a tecnici e politici è richiesto di spiegare, essere trasparenti, aiutarci a capire. Non lo fanno quasi mai. La politica contemporanea è attenta alle retoriche e alle polemiche. Dei fatti non si cura. Poi nascono i Vannacci. Anche loro urlano senza capire e spiegare. Finché anche loro diventano vittime del meccanismo del frastuono retorico e parlano a sale vuote, come è appena accaduto. Ma la realtà è insopprimibile. Presenta benefici o conti da pagare. Della retorica e delle bugie non si cura.
In questo quadro, abbiamo per diritto e buoni uffici del Governo un commissario europeo con una delega importante. Sapremo cosa fa il nostro commissario, sostenitore della presidente von der Leyen? In bocca al lupo, commissario Fitto. Attendiamo di sapere.
Aggiornato il 20 settembre 2024 alle ore 10:57