“Il traditore è lui che va con M5s e Avs”. Mariastella Gelmini non usa mezzi termini per definire Carlo Calenda. Il giorno dopo l’addio ad Azione, l’ex vicesegretaria, in un’intervista al Corriere della Sera, non risparmia critiche nei confronti del fondatore del partito centrista. “Ho vissuto con disagio ogni posizione del partito in direzione del campo largo”, attacca Gelmini. “In tre Regioni su tre –afferma l’ex ministra – l’alleanza con Pd, sinistra radicale e 5 stelle. Di fronte a questo, non potevo far finta di nulla. La mia storia parla per me”. Gelmini vuole essere chiara: “Non sono di sinistra, non ho alcuna intenzione di diventarlo ora – aggiunge – e la decisione di sostenere Andrea Orlando in Liguria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Secondo Gelmini, “in Liguria c’è un sindaco come Marco Bucci che è il sindaco del ponte Morandi, che viene da una storia d’impresa e dice sì alle grandi opere. Non avrei avuto dubbi tra Bucci e Orlando, nulla di personale con lui, ma il campo largo non mi appartiene. Il fallimento del Terzo polo, di cui non mi sento responsabile – prosegue – ha reso più difficile il consolidamento del centro come entità autonoma, ma la mia metà campo non può essere quella della sinistra radicale e del populismo a 5 stelle. Non si può considerare questa scelta come locale, ma una scelta che prefigura un posizionamento nazionale”.
Gelmini parla del proprio profilo politico-culturale. “Sono cattolica e moderata e porterò avanti le mie battaglie. In questi due anni ho sempre fatto un’opposizione costruttiva, non ideologica, votando anche alcuni provvedimenti del Governo che ho condiviso come l’autonomia, la delega fiscale o la giustizia. Continuerò quindi a entrare nel merito delle proposte”, sottolinea Gelmini che sulla propria futura collocazione politica chiarisce: “Maurizio Lupi ha fatto dichiarazioni condivisibili sulla necessità di rafforzare l’area centrista dello schieramento di governo. Non ho preso alcuna decisione. Vedremo”. E alle accuse di tradimento da parte di Calenda risponde: “Se c’è stato un tradimento è il fallimento del Terzo polo e la scelta di Azione di allearsi con M5s e Avs”.
Intanto, Mara Carfagna, l’ex vicepresidente di Azione, parla del suo addio al partito calendiano. Su Facebook scrive: “Oggi, in un’intervista al Giornale.it, ho chiarito le ragioni che mi hanno spinta a uscire da Azione: avviare un dialogo esclusivo con la sinistra è una scelta di campo precisa che non posso condividere. Sul futuro prenderò le mie decisioni la prossima settimana e di sicuro, non verrà meno l’impegno con cui mi sono presentata agli elettori: rafforzare il centro moderato e mantenere saldi i valori liberali, europeisti, garantisti, popolari, contro ogni deriva estremista, rafforzando quell’area capace di guardare prima alle persone che alle ideologie”.
Aggiornato il 19 settembre 2024 alle ore 16:22