L’enciclopedia Treccani definisce Elevato un “uomo di elevatissimo ingegno; di manifestazioni della parola, scelto, solenne, sostenuto, che evita l’espressione piana e comune”. Detto in parole povere, se ne frega del parere degli altri soprattutto perché dallo stesso sono considerati degli “inferiori”, dei sottoposti, uomini e donne trattati come pedine di una scacchiera sulla quale una “lunga mano” decide perennemente le mosse da farsi a prescindere dalla volontà di tutti gli altri (e delle stesse pedine) e il cui parere è da evitare in quanto considerato, appunto, piano e comune. D’altronde, gli appartenenti alla categoria degli Elevati sono fatti così e bisogna farsene una ragione: il modus vivendi dell’Elevato non tollera essere messo in discussione da chicchessia, le sue scelte non sono opinabili e se per caso qualcuno prova a contraddirlo, rischia di fare la fine dell’agnello il giorno di Pasqua. Al ribelle non resta allora che allontanarsi “spontaneamente” dall’Elevato di turno, mettersi in proprio e continuare a ricercare quelle “certezze” in cui credeva prima delle scelte compiute e imposte dall’Elevato stesso. Ci permettiamo, in questa sede, di suggerire ai nostri lettori i nominativi di soggetti che di Elevati ne sanno una più del diavolo. Citiamo in ordine rigorosamente alfabetico: Conte Giuseppe, Costa Enrico, Marattin Luigi.
Aggiornato il 11 settembre 2024 alle ore 09:17