Borrell: “Italia divisa sulle armi? Conta la parola di Meloni

“Non voglio certo interferire nelle posizioni politiche nazionali. Sono gli Stati a prendere le loro decisioni”. Lo afferma Josep Borrell, in un’intervista alla Stampa, al margine del 50° Forum Ambrosetti di Cernobbio. Per l’alto rappresentate dell’Unione europea, “la posizione da tenere è una questione nazionale, ma dell’Ucraina abbiamo parlato al Consiglio europeo per la Difesa e gli Stati hanno preso una decisione. Ribadisco: io ho espresso soltanto la mia opinione dopo aver sentito il presidente Volodymyr Zelensky. Le scelte sono degli Stati”. Borrell si concentra sul nodo delle armi. “Ho seguito con grande interesse il dibattito italiano qui al Teha Ambrosetti e ci sono tante divisioni anche a sinistra”. Per l'alto rappresentante, “nessuno più di Zelensky vuole la pace. Conosco la guerra in Ucraina, sono stato lì. Nessuno vorrebbe la cessazione delle ostilità quanto gli ucraini. Ma gli ucraini vogliono anche preservare l’integrità del loro territorio e la loro sovranità”.

Quanto all’Europa dice: “Aspettiamo di vederlo, il piano di Draghi. Il futuro dell’Unione europea è una questione molto complessa, non vedo l’ora che presenti il suo lavoro”. Borrell ha ascoltato l’ex primo ministro Giuseppe Conte, la segretaria del Pd Elly Schlein e Carlo Calenda. “Ho trovato grandi differenze nelle loro posizioni. Uno di loro voleva supportare Kiev e procurare armi a lungo raggio, altri sono contrari alla concessione di questi armamenti. Tutti parlano di una soluzione diplomatica e il mio ruolo non è quello di entrare negli affari interni e di dire chi ha ragione e chi ha torto. Però percepisco differenze importanti”. Un fatto è certo: “Sulle armi, conta la parola di Giorgia Meloni”.

Intanto, Borrell, in una conferenza stampa al Cairo ha levato la propria voce contro l’uccisione di decine di persone a Khan Younis: “Le cattive notizie continuano ad arrivare. Oggi un nuovo attacco da parte delle Forze di difesa israeliane in un campo profughi a Gaza ha causato la morte di oltre 40 persone e il ferimento di (altre) 60. Non posso restare in silenzio di fronte a cose del genere”. L'alto rappresentante, come riporta un video del servizio audiovisivo dell’Ue, si è espresso in questi termini durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty.

Aggiornato il 10 settembre 2024 alle ore 16:25