Marattin lascia Italia viva: “Non condivido l’adesione al campo largo”

Luigi Marattin passerà al Gruppo misto alla Camera. Il deputato lascia Italia viva e lancia l’associazione Orizzonti liberali. Non ha condiviso la decisione di Matteo Renzi “presa senza un congresso”. Il casus belli è stata l’apertura unilaterale dell’ex premier al cosiddetto campo largo, con Pd, Movimento 5 stelle e Alleanza verdi e sinistra. “Con forte dispiacere personale ma altrettanto convincimento, annunciamo il nostro addio alla comunità politica di Italia viva”. Lo ha detto Marattin nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, insieme a quattro dirigenti territoriali di Italia viva: Emanuele Cristelli (Friuli-Venezia Giulia), Valeria Pernice (Verona), Giorgia Bellucci (Rimini) e Alessandro Pezzini (Lodi). Il parlamentare, che fino al 2019 militava nel Pd, ha sottolineato che “il campo largo ha tesi antitetiche al renzismo. È una scelta che posso capire ma non condivido”. Marattin spiega anche la decisione di fondare Orizzonti liberali. Si parte da un’associazione perché “i partiti sono una cosa seria” da costruire, ma l’obiettivo di lunga portata è comunque quello. Si parte, intanto, da un confronto con altre realtà della società civile”. Sabato 14 settembre a Milano, spiega Marattin, “avremo un primo appuntamento con altri”. Sappiamo che il percorso “non sarà semplice”, ma l’obiettivo è di ampio respiro: la creazione nei prossimi tre anni di “un partito liberaldemocratico” che ha come punto di riferimento l’agenda Draghi.

“I quattro dirigenti sono qui sono in rappresentanza di un centinaio di dirigenti locali che stanno facendo questa scelta”. Un parlamentare su 16; zero consiglieri regionali su 19; 11 membri dell’assemblea nazionale su 350; un centinaio di iscritti su 24mila. Sono i numeri che fonti di Italia viva forniscono a proposito di quanti tra dirigenti e iscritti hanno deciso di seguire la scelta di Marattin. “Non intendo aderire ad Azione – afferma – perché ritengo che neanche tale configurazione di partito possa essere quella di cui l’Italia ha bisogno per formare un partito liberaldemocratico e riformatore che riesca a dare una svolta”. Azione, ha aggiunto “nel cantiere che apriremo sarà invitata” e alla fine “la leadership sarà contendibile” ma “partiamo prima dai programmi che dalla leadership”. Marattin ha fatto sapere di aver parlato della propria decisione con Matteo Renzi. “Ho informato Matteo e il mio capogruppo Davide Faraone. Con Matteo ho avuto una bellissima conversazione nella quale abbiamo concordato di non concordare”. Renzi, ha detto in un altro passaggio “rimane un gigante in termini di spessore politico e visione e credo sia legittimo pensare che il bipolarismo sia indistruttibile e che la strada sia moderate uno dei due poli, è una decisione assolutamente legittima ma che credo sbagliata”.

Aggiornato il 09 settembre 2024 alle ore 16:44