È arrivata la proroga. Le concessioni balneari in Italia andranno a gara nel 2027 e quelle attualmente in corso saranno valide fino a giugno di quell’anno. Lo prevede il decreto varato dal Governo. Tra i punti principali della riforma delle concessioni balneari, con effetti sugli stabilimenti, figurano “l’estensione della validità delle attuali concessioni fino al settembre 2027 e l’obbligo di avviare le gare entro il giugno 2027”. È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. Il Consiglio dei ministri ha varato il Decreto legge Infrazioni, che contiene anche le tanto attese norme sulle concessioni demaniali che riguardano coste marittime, laghi e fiumi per finalità turistico-ricreative e sportive. Del testo di discute da mesi. Le concessioni precedentemente erano state prorogate dall’Esecutivo fino al 31 dicembre 2024, ma il Consiglio di Stato aveva valutato la proroga illegittima chiedendo di procedere subito con le gare. Il provvedimento introduce disposizioni urgenti per la soluzione di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. Sono possibili deroghe al nuovo termine di scadenza delle concessioni balneari del 30 settembre 2027 in presenza di “ragioni oggettive” ma “non oltre il 31 marzo 2028”, prevede una bozza del decreto.
“Al fine di consentire l’ordinata programmazione delle procedure di affidamento” e “il loro svolgimento nel rispetto del diritto dell’Unione europea e secondo le modalità stabilite dal medesimo”, le concessioni continuano ad avere “efficacia fino al 30 settembre 2027”. In presenza però “di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 30 settembre 2027, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa, l’autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 marzo 2028”.
Tra i punti principali della riforma delle concessioni balneari si prevede che “la durata delle nuove concessioni” vada “da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”. “Tra i criteri di valutazione delle offerte, sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”, spiega Palazzo Chigi. In relazione ai balneari, sottolinea Palazzo Chigi nella nota, la collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione. L’Ue commenta tramite la portavoce per il Mercato interno, Johanna Bernsel: “La Commissione europea accoglie con favore la decisione dell’Italia sul caso delle concessioni balneari. Ciò fa seguito a scambi costruttivi attraverso i quali la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un’intesa comune sul quadro legislativo della riforma alla luce del diritto dell’Ue, con una soluzione completa, aperta e non discriminatoria che copra tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni”. Ma le opposizioni e le associazioni dei consumatori insorgono. Parlano di presa in giro che in sostanza non modificherà nulla e chiedono a Bruxelles di non ratificare il provvedimento del Governo. “Dal Governo – dice l’eurodeputato del Pd Matteo Ricci – arriva l’ennesimo rinvio sui balneari: prendono in giro i balneari, bloccano gli investimenti, creano il caos negli enti locali e portano ancora una volta l’Italia verso una procedura di infrazione Ue. E tutto questo solo perché non si ha il coraggio di affrontare una questione andata ormai troppo oltre”.
Mentre il Movimento 5 stelle sottolinea: “Una proroga triennale per le attuali concessioni, già dichiarate illegittime dal Consiglio di Stato, è la pagliacciata finale del Governo Meloni, dopo due anni di immobilismo totale”. Per Riccardo Magi di +Europa invece il provvedimento è: “Una soluzione che mette una pietra tombale sulla concorrenza per altri tre anni con cui Giorgia Meloni raschia il fondo del barile del ridicolo. Spero che l’Unione europea bocci senza pietà il piano con cui il nostro governo vuole aggirare la Bolkestein”. Contrarie anche le associazioni dei consumatori. Per il Codacons: è “presa per i fondelli” che “non risolve in alcun modo il nodo balneari”. Il presidente Carlo Rienzi sostiene che il Governo voglia rimandare “alle calende greche la soluzione al problema”. Mentre l’Unione nazionale dei consumatori sottolinea come si “costringe il nuovo concessionario a pagare quello vecchio pur di farlo sloggiare, con l’effetto che chi subentra si rivarrà ovviamente sui consumatori finali, facendo pagare a un prezzo ancor più salato ombrelloni e sdraio”.
Aggiornato il 05 settembre 2024 alle ore 10:54