Il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber ha parlato di immigrazione, Europee, nomine e non solo, in un’intervista con Monica Guerzoni del Corriere della Sera. Il leader del Ppe è reduce da 90 minuti di faccia a faccia con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, durante i quali i due politici si sono scambiati attestati di fiducia, dopo lo strappo di Fratelli d’Italia in Europa. “Abbiamo fatto alcune promesse durante la campagna elettorale che devono essere realizzate, per cui è molto importante lavorare insieme”, ha esordito Weber durante il colloquio con la giornalista del Corriere. “I giocatori che hanno un ruolo chiave nel governo italiano sono Meloni e Antonio Tajani”, ha aggiunto.
La percezione che si ha in Europa dell’Italia “è cambiata notevolmente rispetto a due anni fa”. Grazie all’operato della premier e del suo vice, il ministro degli Esteri già leader di Forza Italia. “Adesso lei è rispettata come primo ministro, il suo governo di centrodestra è visto come pro-europeo, un governo credibile che sta cercando di risolvere i problemi”, ha spiegato Weber. E semmai Ursula von der Leyen avesse provato con le sue manovre ad isolare Meloni in Europa, per il leader dei Popolari è “impossibile ignorare l’Italia. È un paese importante e uno dei padri fondatori”. Il politico tedesco ha aggiunto che nello Stivale “la popolazione è pro-europea, non c’è nessun partito in Italia che vuole uscire dall’euro come invece in altri Paesi”. E ancora: “Lavorerò sempre per includere l’Italia nel processo delle decisioni”.
Poche parole ma buone. “Io voglio vedere l’Italia tra i Paesi che guidano l’Unione e questo è il motivo per cui sono qui”, ha dichiarato Weber. Anche perché l’Esecutivo di Meloni ha dato l’esempio su come dar seguito a un programma elettorale. Qui, il presidente del Ppe si riferisce a come “il patto legislativo conseguito sull’immigrazione da von der Leyen con Meloni e Tajani è stato un successo dell’Italia”, che ha guidato su una delle questioni cruciali per l’Ue. E riguardo alle critiche di Matteo Salvini, che si è da poco unito ai Patrioti di Marine Le Pen e Viktor Orbán, Manfred Weber non è decisamente preoccupato. È convito che siano la premier e il vicepremier a portare avanti la baracca, sono loro due “che stanno difendendo gli interessi italiani a Bruxelles”.
Il capo del Ppe considera la leadership italiana come un’alleata de facto in Ue, anche se Meloni ha votato contro von der Leyen. Tant’è che Weber ha promosso la candidatura – che arriverà “all’ultimo minuto” – di Raffaele Fitto come Commissario Ue. “Un mio ottimo amico, un forte difensore degli interessi dell’Italia, una persona responsabile, molto preparata”. E sulle tempistiche, “non vedo problemi nella scelta di rispettare la scadenza del 30 agosto”, ha detto il leader dei Popolari. Manfred Weber sostiene che l’Italia debba ottenere una vicepresidenza esecutiva, a prescindere dal voto di FdI. “Meloni e Tajani hanno preso molti voti alle Europee, a differenza di Emmanuel Macron e Olaf Scholz che ne sono usciti come i grandi perdenti”, ha sottolineato il capo del Ppe. A sostegno di un ruolo forte, in Europa, per l’Italia.
Aggiornato il 29 agosto 2024 alle ore 14:10