Sono stati un centinaio i dirigenti locali di Italia Viva che hanno firmato un documento per richiedere all’Assemblea nazionale del partito che venga indetto entro l’anno un congresso che decida quale dovrà essere la linea politica perché, aggiungiamo noi, non condividono la scelta di Matteo Renzi di tornare sotto l’ala (protettiva?) di Elly Schlein e del suo Partito democratico.
Certo, è piuttosto arduo immaginarsi il senatore fiorentino abbracciato a Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (con la Schlein ha già dato). Ma da Renzi c’è da aspettarsi di tutto. Anche un “tenero abbraccio” con chi, fino all’altro ieri, era sulla lista nera di Italia Viva e del suo leader maximo. E il progetto del Terzo polo riformista che aveva dato tante speranze agli elettori riformisti di centro? “Noi abbiamo già dato – ha scritto on-line Renzi – e penso che essere riformisti significhi provare a incidere nel centrosinistra, non inseguire un progetto che per me è finito”.
Annunciando per il prossimo 21 settembre l’uscita del primo numero di un nuovo giornale che avrà come direttore responsabile Roberto Giachetti, Renzi già sfida i prossimi alleati sui contenuti: “Come ci ha proposto Schlein – ha detto ancora Renzi – nessuno mette veti sulle persone, ma andiamo a vedere le carte dei contenuti. Ci attende, dunque, un grande lavoro programmatico e sarà l’occasione per valorizzare le nostre idee”.
Nessun accenno, invece, alla richiesta del territorio per la convocazione del congresso. Il che vuol dire che a Renzi non mette paura correre il rischio di presentarsi alla corte della Schlein senza neppure il 2 per cento, venendo così numericamente e politicamente sopraffatto anche dal centralinista del Nazareno: l’irrilevanza è a un passo.
Aggiornato il 31 luglio 2024 alle ore 11:44