Liguria, il governatore Giovanni Toti si è dimesso

Giovanni Toti non è più il governatore della Liguria. Si è dimesso dalla Presidenza della Regione. A consegnare la lunga lettera di “dimissioni irrevocabili” all’ufficio protocollo della Regione Liguria è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti. “Le elezioni ci saranno entro 90 giorni perché così prevede il nostro statuto”, ha chiarito lo stesso Giampedrone. “Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’ incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da presidente della Giunta regionale della Liguria”. Inizia così la lettera totiana. “Oggi sento come necessario che i cittadini tornino a esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica” aggiunge Toti. “Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio regionale di approvare l’assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell’ente”, dice. “Si apre per tutti una fase nuova: agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada. Ai partiti della maggioranza la responsabilità valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio”, uno dei passaggi della lettera.

“Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilità chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento nazionale e all’opinione pubblica del Paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico” aggiunge. “Ringrazio di cuore tutte le persone, e sono tante, che senza nemmeno conoscermi mi hanno fatto sentire tramite la mia famiglia e il mio avvocato la loro vicinanza e il loro affetto. Da questo momento torno anche io ad essere un semplice, comune cittadino della nostra bellissima Liguria” chiosa Toti nella lunga lettera.

E ancora: “Sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione”. “Fino ad oggi il presidente ad interim Alessandro Piana, la Giunta, la maggioranza tutta, che ringrazio di cuore, si sono assunti l’impegno di evitare il blocco dell’ente, rispettando tutti gli impegni presi e portando avanti progetti e cantieri, con senso di responsabilità, capacità, onore” ricorda l’ex governatore. “Lo hanno fatto anche di fronte ad una opposizione che, lontana dall’attitudine istituzionale richiesta dal momento, ha saputo solo cavalcare la complessa situazione, dimentica dei suoi stessi valori del passato, di ogni civiltà giuridica, della Costituzione e di quella cultura di governo che dovrebbe rappresentare chi si candida alla guida di una comunità” sottolinea.

“Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci anni di governo. Sono certo che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid” scrive ancora Toti. L’ex governatore lascia “orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose, che sapranno portare avanti questa esperienza. E’ di soddisfazione che questo difficilissimo momento coincida con la fine del cantiere e l’apertura della Via dell’Amore, un’opera complessa, a cui abbiamo lavorato anni, che restituisce al mondo uno dei simboli della Liguria” aggiunge. “Ringrazio gli assessori che si sono succeduti in questi anni, il mio straordinario staff di Presidenza, che mi ha affiancato senza risparmiarsi con vera abnegazione al progetto, quei dirigenti e funzionari che ci hanno affiancato con competenza e passione” prosegue. “Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza. Non è stato possibile farlo, sono confidente che lo sarà nel prossimo futuro, valutate dai magistrati le istanze che l’avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore”, conclude Toti.

Secondo l’assessore Giampedrone, amico e fedelissimo di Toti, “questo è l’ennesimo sacrificio che compie per la nostra Regione. Ci auguriamo che possa tornare al più presto un uomo libero, quindi che possa tornare con noie a valutare il suo futuro è un momento difficile per lui soprattutto per tutti noi ma anche di grande orgoglio”, ha commentato l’assessore Giampedrone, amico e fedelissimo di Toti dopo aver consegnato la lettera di dimissioni all’Ente. “Abbiamo deciso di confermare l’inaugurazione della Via dell’amore (lo storico sentiero delle Cinque Terre chiuso da molti anni, ndr). È un’opera straordinaria – ha detto Giampedrone – voluta fortemente da lui come presidente e come commissario per la lotta al dissesto”.

In base all’articolo 126 della Costituzione le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti “comportano automaticamente le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento anticipato del Consiglio”, si legge in una nota di Regione Liguria. “Da quel momento il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il presidente facente funzioni entrano in regime di prorogatio fino all’insediamento del nuovo Consiglio regionale e della nuova Giunta, per assicurare la continuità amministrativa dell’Ente e poter compiere quelle attività di ordinaria amministrazione o atti indifferibili e urgenti che si rendessero necessari nel periodo transitorio”. Dal punto di vista istituzionale le elezioni verranno convocate dal presidente facente funzioni della Giunta regionale Alessandro Piana d’intesa con la presidente della Corte d’Appello di Genova e si svolgeranno entro il termine di 90 giorni dalla data delle dimissioni.

“La Giunta ringrazia sentitamente Giovanni per l’importante lavoro svolto in questi anni – ha detto il presidente ad interim Alessandro Piana – e si augura che possa ritrovare quanto prima la giusta libertà personale e familiare. Ora proseguiamo in questo periodo verso le elezioni con tutta quella serie di impegni necessari per la Liguria nell’ambito dell’ordinaria amministrazione”. “In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”, afferma una nota della Lega. “Ringraziamo il Presidente Toti per aver rilanciato la Liguria in questi nove anni di ottimo lavoro. Infrastrutture, sviluppo turistico, crescita economica: la Regione è stata trasformata. La sinistra, che per decenni l’ha tenuta bloccata, arretrata e immobile, spera di sciacallare sulle indagini per tornare a spartirsi il potere. I cittadini non lo permetteranno”, afferma in una nota il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.

“Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana”, commenta su X il leader di Azione Carlo Calenda. Italia viva “starà insieme per le Regionali, anche in Liguria”, con il centrosinistra, ma “non presenterà” una sua candidatura che “verrà invece presentata dalla coalizione”. A dirlo a SkyTg24 è il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Noi lavoreremo sul programma”, aggiunge. Per quanto riguarda l’eventuale leadership, Renzi osserva: “In una coalizione il capo lo fa chi prende più voti. Se Elly Schlein è la leader del Pd e se l’è conquistato con le primarie, se vince le elezioni tocca a lei fare il presidente del Consiglio”.

Giovanni Toti, 56 anni, giornalista e politico, è stato governatore della Liguria dal 2015 a oggi. Ex consigliere politico ed ex europarlamentare prima e coordinatore nazionale di Forza Italia poi, si stacca dal partito di Berlusconi nel 2019 quando fonda Cambiamo! che nel 2022 confluisce in Italia al centro e un anno più tardi in Noi moderati. Il primo aprile 2015 Toti viene candidato alla presidenza della Regione Liguria per la coalizione di centrodestra. Oltre che da Forza Italia, viene appoggiato dalla Lega Nord, Area popolare, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Riformisti italiani e dal Pli. Il 31 maggio vince le elezioni Regionali con il 34,44 per cento dei voti contro il 27,84 per cento di Raffaella Paita (allora Pd, oggi Iv) candidata per il centrosinistra. La sua coalizione ottiene 16 sui 31 seggi in palio. Viene proclamato presidente l’11 giugno e si dimette da europarlamentare.

Nel 2020 si ricandida per le Regionali alla carica di presidente e vince con il 56,13 per cento dei voti validi superando il candidato del centrosinistra, il giornalista Ferruccio Sansa che ottiene il 38,90 per cento. Tra maggio e luglio 2021, Toti scioglie Cambiamo! e con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro fonda Coraggio Italia, di cui diventerà vicepresidente vicario. Nel frattempo Toti lancia Italia al centro con il quale corre alle elezioni politiche del 2022 come cartello elettorale insieme a Noi con l’Italia, Udc e Coraggio Italia. Il 17 ottobre 2023 Toti viene eletto presidente del consiglio nazionale di Noi moderati.

Il 7 maggio 2024 Toti viene arrestato in un hotel di Sanremo e posto ai domiciliari per corruzione nell’esercizio della funzione e corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio nell’ambito di una vasta indagine della Guardia di finanza coordinata dalla Procura di Genova che ha coinvolto anche il suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani, l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Toti è stato sospeso dalla carica e il vicepresidente Alessandro Piana l’ha sostituito assumendo l’interim. Inutilmente la difesa di Toti chiede la revoca dei domiciliari, richiesta respinta prima dal gip e poi dal Riesame. Immediato il ricorso per Cassazione. Il 18 luglio l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari viene estesa anche all’accusa di finanziamento illecito relativa al possibile coinvolgimento diretto della catena Esselunga e dell’emittente televisiva ligure Primocanale nella trasmissione degli spot pubblicitari della campagna del governatore per le Amministrative 2022.

Aggiornato il 26 luglio 2024 alle ore 14:00