Di quali e quante meravigliose meraviglie siamo in attesa, in questi giorni preferiali, prima del nuovo autunno! Aspettiamo con malcelata ansia, ad esempio, di conoscere le nuove, di certo mirabolanti e prodigiose linee guida culturali che terrà il novissimo Comitato scientifico della Fondazione An per dare al popolo tutto, incolto e inclito, un “nuovo immaginario italiano”. Fremiamo di conseguenza nel sapere cosa pensano di attuare, per promuovere e salvaguardare il nostro patrimonio artistico e culturale, i neoeletti tra le fila di Fratelli d’Italia che sono stati inviati a Bruxelles in rappresentanza del nostro Belpaese: non è che possono lasciar fare tutto al generale Roberto Vannacci! Ricordo ai più distratti che l’europarlamentare umbro di FdI, Marco Squarta, è stato nominato membro della Commissione per la cultura e l’istruzione, il che è un compito non da poco. Pertanto, là si vedrà il suo valore.
Soprattutto mi toglie il sonno la notizia straordinaria di una eccellente, vera e propria star televisiva come Zahi Hawass che dopo Voyager, ospite fisso di Roberto Giacobbo, vorrebbe essere posto, come nuova guida (no, non quella che conduce i turisti in visita) al Museo egizio di Torino, dal nostro immaginifico e futurista ministro dei Beni culturali, Gennaro Sangiuliano. Da sotto il suo cappello a larghe falde, Hawass ci ha infatti illuminati tutti con la sua ferrea e seguente volontà: “Al ministro Sangiuliano chiederò di unire le forze per riportare in Italia tutti i tesori che stanno all’estero e quindi anche la Gioconda”. La fonte è il Corriere di Torino negli scorsi giorni e anche l’agenzia Ansa, non me lo sto inventando. Anche se potrebbe sembrare uno scherzo estivo, non lo è (con tanto di retromarcia, ndr).
E io che, dopo aver letto, studiato e persino scritto sul sommo Leonardo da Vinci, credevo che la Gioconda fosse stata venduta dallo stesso artista al re di Francia, Francesco I, durante il suo soggiorno ad Amboise, dove morirà. Così ho letto, studiato e scritto che l’opera è quindi di proprietà francese, pertanto non esiste nessuna “restituzione” da fare come invece credeva quel pover’uomo di Vincenzo Peruggia che la trafugò dal Louvre per breve tempo, nel 1913, illuso nella sua semplicità patriottica che il dipinto fosse stato sottratto all’Italia dal solito Napoleone Bonaparte.
E comunque, se anche il Governo francese, in una remotissima ipotesi, consentisse una simile uscita, dubito che la collocazione adatta per il misterioso ritratto femminile possa essere il Museo Egizio del capoluogo piemontese. Forse anche questa storia è un po’ come quella di Morgan che, settimane fa, diceva di essere stato nominato direttore di Villa Verdi, per essere poi smentito dallo stesso Ministero della Cultura.
Vorrei comunque far presente che Sangiuliano è a capo di quello che dovrebbe essere il più importante tra tutti i Ministeri italiani. Per questo, ci farebbe piacere che si ricordasse d’essere successore di un uomo straordinario, forse del miglior ministro ai Beni culturali che l’Italia abbia avuto, scomparso qualche mese fa: Antonio Paolucci.
Aspetto, altresì, di vedere crescere il numero di visitatori stranieri nei nostri musei – e anche di quelli italiani – in maniera tale da superare i cugini francesi, mentre siamo surclassati persino dai paesi dell’estremo Oriente. Così, come vorrei tanto finalmente vedere un marchio italiano per le nostre produzioni artistiche, sia contemporanee sia “antiche”. Attendo di osservare un coordinamento, un provare a conoscersi, un frequentarsi di là dai personalismi e dagli “amichettismi”, tra chi fa politica e chi fa cultura, laddove le due cose non coincidano. E di rado, ormai, coincidono.
Chissà se la pausa ferragostana consentirà un nuovo corso fatto di inusitate costellazioni intellettuali a questo Governo così in cerca di affermazione e riconoscimento nel settore culturale, intimorito da una sinistra inesistente quanto fiacca e vetusta, anche soprattutto nel suo sventolare arcobaleni. Ma soprattutto, stiamo in febbrile attesa della prossima grandiosa, stupefacente, mirabolante, avveniristica e “fosforescente” mostra sul Futurismo, così fortemente voluta dal Ministero per lanciare, ancora una volta, la sua sfida alle stelle! Zang Tum Tum!
Aggiornato il 25 luglio 2024 alle ore 10:01