“Registriamo il grande tripudio di stampa e televisione per il fatto che Pd, Cgil e Uil, insieme a vari partiti e associazioni di sinistra, hanno promosso un referendum abrogativo della legge Calderoli attuativa dell’Autonomia Differenziata, mentre Cgil e Uil hanno già depositato quasi 4 milioni di firme contro il Jobs Act approvato dal Pd già renziano.
Constatiamo invece che nessun partito o sindacato sembra essersi accorto che nel frattempo è già in corso da più di un mese la raccolta delle firme per l’abrogazione parziale del famigerato Rosatellum, la legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere liberamente i parlamentari e invece consente ai leader di partito di nominarli coi vari marchingegni di cui è “lardellata” questa legge, che per questo andrebbe chiamata Lardellum”.
Questa la dichiarazione congiunta di Raffaele Bonanni ed Enzo Palumbo, vicepresidenti del Comitato Referendario per la Rappresentanza.
“Per stare in tema, la conclusione è evidente a chiunque non abbia grosse fette di prosciutto sugli occhi, e cioè che questa legge elettorale fa comodo a tutti, partiti, sindacati e associazioni della così detta società civile; ma anche, visto che nessun giornale e nessuna Tv ne parla, a tutti i giornalisti e i commentatori della carta stampata e delle televisioni che da anni ci riempiono la testa scrivendo e dicendo che la legge elettorale va cambiata, mentre ora la proteggono col loro complice silenzio.
Quanto al Pd e ai suoi compagni di viaggio, sindacati e associazioni varie, speriamo almeno che non si lamentino troppo ove mai, nella primavera dell’anno prossimo, i loro referendum finiranno per naufragare nell’assenza del rispettivo quorum, che invece si potrebbe facilmente raggiungere se si svolgessero insieme a quello contro il rosatellum/lardellum, la legge elettorale odiata dagli italiani almeno quanto era odiato il suo antenato porcellum.
La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: gli italiani hanno da tempo smesso di votare in massa, come dovrebbe invece accadere in una sana democrazia, mentre voterebbero volentieri per l’abrogazione delle parti peggiori delle attuali leggi elettorali, come ha proposto il Comitato Referendario per la Rappresentanza depositando in Cassazione quattro quesiti su cui, nel silenzio generale di tutti quelli che avrebbero il dovere d’informare, e quindi all’insaputa dell’opinione pubblica, si sta provando a raccogliere le necessarie firme da depositare entro il prossimo 30 settembre”.
Aggiornato il 24 luglio 2024 alle ore 12:58