Il Terzo spazio

È bastato poco, una partita di pallone (non ci sarebbe riuscita a pensarci neppure Rita Pavone), uno sguardo, un passaggio, un gol, un abbraccio per festeggiare. E se quel gol è stato poi annullato un motivo ci sarà. La foto di quel momento di giubilo è calcisticamente passata in un attimo da scoop fotografico a carta straccia.

Quell’abbraccio è però diventato simbolo di una stretta anche politica, che sembrerebbe essere nella sua fase conclusiva: accoppiamento che se ne frega di chi lo contrasta e procede nel suo deciso cammino. Noi facciamo parte di coloro che sono consapevoli che nel nostro Paese, a causa dello pseudo-bipolarismo vigente, si sente la mancanza di un’area centrista laica, liberale, riformista; avevamo pure capito che soprattutto Azione e Italia viva avessero voluto a tutti i costi costruire un grande progetto politico che consentisse loro di occupare questo “terzo spazio”. Invece niente di tutto questo.

Carlo Calenda, al quale bisogna almeno riconoscere una certa coerenza per la quale è rimasto solo come un cane, è alla continua ricerca di un qualcosa che è difficile da capire e Azione rischia di sciogliersi come la burrata di Nonno Nanni esposta al sole.

Matteo Renzi sposta Italia viva a suo piacimento. D’altronde l’ex presidente del Consiglio è nato per le virate (politiche) e, gira che ti rigira, si sta spargendo la voce che voglia condurre la sua creatura politica di nuovo nelle braccia di quel Partito democratico da dove era venuta. Galeotto fu quell’abbraccio tra il Fiorentino e l’attuale segretaria piddina su un campo di calcio? Di certo nacque (l’abbraccio) per un niente, per un gol non valido. E intanto quel Terzo spazio è laconicamente sempre più vuoto.

Aggiornato il 22 luglio 2024 alle ore 13:54