Il decreto Salva-casa ha ottenuto il disco verde della Commissione ambiente di Montecitorio. L’abitabilità sarà più facile per i micro-appartamenti, ma anche cambi di destinazione d’uso saranno più semplici. La sanatoria sarà consentita per le piccole difformità anche nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, se realizzate entro il 2006, e superamento della doppia conformità edilizia non solo per le difformità parziali ma anche per quelle sostanziali. Resi regolarizzabili, infine, anche gli interventi in parziale difformità con titoli rilasciati prima del 1977. Saltano invece, almeno per ora, le norme del cosiddetto salva-Milano. Ma le opposizioni puntano il dito contro le crepe nella maggioranza. Per Lia Quartapelle (Partito democratico) dal Governo è arrivato un “pugno in faccia a Milano”. È il sottosegretario Alessandro Morelli a chiarire che le norme saranno inserite nel dl Infrastrutture. “Prorogare i tempi per le interlocuzioni interistituzionali – ha detto – permetterà sicuramente di risolvere il problema che si è creato a Milano”.
Il decreto legge salva-casa è pronto ad approdare in aula alla Camera – dove verrà probabilmente posta la fiducia – dopo che la Commissione di Montecitorio ha dato il via libera al testo, terminando l’esame degli emendamenti e dando il mandato ai relatori. Soddisfatto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha fortemente voluto il provvedimento: “Una promessa mantenuta”, dice. Mentre sono aspre le critiche delle opposizioni. Secondo il vice capogruppo M5s alla Camera, Agostino Santillo, “il Governo vira su un condono tombale”. “Siamo davanti ad una deregulation smodata”, rincara la dose Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione, mentre per il deputato di Avs, Angelo Bonelli, “è un decreto sfascia-regole”.
Plauso invece da Confedilizia. Tra le principali proposte di modifica approvate, una novità importante riguarda i monolocali: potranno avere l’abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (dagli attuali 28) e di 28 per due persone (ora ne servono 38). Mentre l’altezza minima dei locali interni passa dai 2,7 metri al limite di 2,4 metri, a condizione che gli edifici siano sottoposti a ristrutturazioni per garantire idonee condizioni igienico-sanitarie. Tra le altre novità introdotte dagli emendamenti approvati, la possibilità di abitabilità dei sottotetti, anche “quando l’intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini”. Si ampliano inoltre le maglie delle tolleranze costruttive, cioè le differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto realizzato, portate fino al 6 per cento per gli appartamenti fino a 60 metri quadrati (per gli interventi entro il 24 maggio 2024). La procedura semplificata che supera la doppia conformità si applica anche a immobili con vincoli storici, artistici e ambientali, purché le difformità siano lievi.
Una norma riguarda anche il Vajont: si agevola l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti colpiti dalla catastrofe del 1963. I Comuni, poi, potranno utilizzare le somme derivanti dalla regolarizzazione delle difformità urbanistiche e dall’alienazione di immobili interessati da abusi anche per completare o demolire le opere pubbliche incompiute. Modifiche, queste, che si aggiungono a quella sullo “stato legittimo”: se ci sono abusi nel condominio si potrà comunque procedere con i lavori di riqualificazione in un singolo appartamento e viceversa. Inoltre il mutamento della destinazione d’uso della singola unità immobiliare, con o senza opere, all’interno della stessa categoria funzionale “è sempre consentito”, nel rispetto delle normative di settore. Via libera anche alla norma sulle demolizioni: dai tre mesi di tempo a disposizione per rimuovere gli abusi dopo l’ingiunzione del comune si passerà a otto. Porticati e tende bioclimatiche entreranno infine negli interventi di edilizia libera. Congelate invece le norme salva-Milano, sulle autorizzazioni edilizie per i casi degli immobili finiti nel mirino dei giudici come presunti abusi. La relatrice del provvedimento Erica Mazzetti (Forza Italia), ha spiegato che la riformulazione dei relativi emendamenti è arrivata di fatto fuori tempo massimo.
Aggiornato il 17 luglio 2024 alle ore 11:57