Il Pli dialoghi con Carlo Nordio

Il ministro della Giustizia del Governo conservatore di Giorgia Meloni, Carlo Nordio, ha dichiarato di recente che opererà affinché minori e tossicodipendenti non scontino più pene detentive nelle carceri, ma in comunità rieducative. Egli intende facilitare, cioè, il trasferimento dalla brutalità dell’istituto penitenziario a una comunità di accoglienza. Resta fermo, peraltro, che si tratta pur sempre di un regime detentivo. Non è una liberazione anticipata, ma il trasferimento dei minori, soprattutto, ma anche dei tossicodipendenti, dall’istituzione carceraria a quella della comunità.

Questo, per Carlo Nordio, sarebbe un passo avanti nell’umanizzazione della pena, nel conseguimento del suo fine rieducativo, come prescritto in Costituzione, nel reinserimento sociale e a un rimedio al sovraffollamento carcerario. Replica, sul punto, a certe osservazioni della sinistra, che questo accalcarsi disumano non è una decisione del Governo. Carlo Nordio ha esercitato la funzione di pubblico ministro per quarant’anni e, quindi, può ben dimostrare come sia il magistrato a decidere dello status libertatis. Resta il compito di umanizzare la pena il più possibile, come prescritto dalla norma costituzionale. Sono parole perfette nella bocca di un grande liberale.

Un Partito liberale italiano deve stare accanto al Guardasigilli, non per tirarlo per la giacchetta, adesso che ha dismesso la toga, ma per appoggiarlo nei confronti del Governo di cui fa parte. Ad esempio, rappresentando al ministro dei Lavori pubblici dell’Esecutivo di cui fa parte come molte carceri siano fatiscenti, seppur collocate in posti stupendi per un’edilizia alberghiera o abitativa di lusso. Basterebbe mettere a concorso la costruzione di moderne case circondariali-modello, dietro la cessione di quelle strutture fatiscenti con licenza per farvi, al loro posto, alberghi o condomini. Al resto ci penserebbe il mercato, senza pesi per l’erario. Come proposto dal professor Alessandro De Rossi da diversi anni.

A Carlo Nordio, proprio perché magistrato di onoratissima carriera, però, un ancor giovane civilista come l’attuale segretario del Pli, Roberto Sorcinelli, potrebbe ricordare, peraltro, le lamentele degli operatori economici transnazionali, rivolte anche alla premier Giorgia Meloni, i quali non intraprendono in Italia poiché le procedure giudiziarie, riguardanti il processo civile e il ricorso amministrativo, superano i limiti dell’eternità. E loro, a fine anno, devono sapere se mettere quelle partite all’attivo o al passivo in bilancio. Dovrebbe agire su quel fronte, non meno che sul penale.

Aggiornato il 05 luglio 2024 alle ore 13:32