Zaia, Autonomia e un Paese che “cambia pelle”

“Firmiamo la riapertura del tavolo di trattativa nazionale sull’Autonomia”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. “Ripartiamo da dove ci eravamo fermati – dice Zaia – possiamo riattivare da subito le trattative sulle nove materie non sottoposte a Lep, tra 24 mesi sulle altre 14”.

Il presidente del Veneto, inoltre, spiega: “Spero che una Regione del Sud si decida a chiedere l’autonomia differenziata. È quasi contro l’oggetto sociale della tua impresa di governatore rinunciare all’autonomia. I Padri costituenti dicevano che ci vuole più Stato dove serve più Stato e meno Stato dove serve meno Stato – sottolinea – è un abito sartoriale che va fatto per le Regioni. A meno di dire voglio il tutorato dello Stato su tutto. Bene, ma non si deve impedire a chi vuole l’autonomia di non averla”.

Sulle richieste di Autonomia del Veneto, inoltre, chiarisce: “È ipotizzabile un accordo entro fine anno. È un banco di prova per noi, per la controparte, per la maggioranza e l’opposizione. Abbiamo un dossier per ogni e siamo pronti a presentare le richieste. Riuniremo anche la Consulta regionale degli stakeholder e faremo tutti i passaggi da fare. In questa fase abbiamo nove dossier, cercheremo di capire le idee della nostra controparte”.

In ultimo, segnala: “Il Paese sta cambiando pelle e noi abbiamo un dossier con tutte e 23 le materie e andremo subito a discuterne 9. Penso che se si lavora bene e c’è la disponibilità, immagino che si possa raggiungere un accordo verso fine anno. L’autonomia o la fai per scelta o per necessità. Ritengo che questo Paese abbia una grande opportunità. Dopodiché, sono anche convinto di una cosa, spero che una Regione del Sud si decida”. Con la postilla: “Sento parlare di referendum contro l’Autonomia. È un diritto democratico, ma bisogna vedere se quello che si chiede è costituzionale. Noi veneti quel che dovevamo fare lo abbiamo fatto. È la riforma più grande della storia, e lo è grazie alla pressione del nostro referendum. Davanti al nostro referendum, alla Costituzione e a una sentenza della Consulta, davanti a una legge del Parlamento che ha avuto una discussione ampia, alla firma del Capo dello Stato, immagino che i giudici costituzionali guarderanno in controluce da tutte le parti la richiesta di referendum abrogativo”.

Aggiornato il 01 luglio 2024 alle ore 16:45