Meloni, le comunicazioni sul nuovo Parlamento

Dalle urne è arrivato un messaggio chiaro. Le Europee di inizio giugno “hanno rappresentato una tappa molto importante nella storia d’Europa da cui trarre importanti indicazioni, date anche da tutte le forze politiche: in questi mesi tutti hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto: l’Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora”, ha esordito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera, nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Dalle urne “è arrivato un messaggio chiaro e non intendiamo farlo cadere nel vuoto”, ha aggiunto la premier. La disaffezione dei cittadini verso l’Unione si è manifestata anche attraverso l’astensionismo, un fattore che non può lasciare indifferente la classe dirigente dell’Ue.

“Se c’è un dato indiscutibile che arriva dalle urne è la bocciatura delle politiche portate avanti dalla forze politiche al governo in molti della grandi Nazioni europee, che sono anche in molti casi le forze che hanno impresso le politiche europee degli ultimi anni”, ha continuato Meloni. Infatti, le percentuali ottenute dai partiti di governo nei singoli Paesi parlano da sole: 16 per cento in Francia, 32 per cento in Germania, in Spagna il 34 per cento. “Solo in Italia – ha aggiunto la presidente del Consiglio – il 53 per cento degli eletti è espressione delle forze di governo. Penso che la nuova presidenza della Commissione dovrebbe pensare a una delega specifica alla sburocratizzazione per dare un segnaledi cambiamento, ha consigliato la premier.

Giorgia Meloni ha poi comunicato la linea sulla “difesa dei confini esteri”, e quindi del contrasto al “business dei trafficanti di esseri umani”. Gli schiavisti del terzo millennio. “Io credo che l’Ue, culla della civiltà occidentale, non possa più tollerare che un crimine come la schiavitù sia tollerato in altre forme”, ha dichiarato la presidente del Consiglio. “I memorandum con l’Egitto e la Tunisia vanno replicati e vanno rimosse le cause che spingono una persona a lasciare la sua terra, serve dar corpo al diritto a non dover migrare”, secondo Meloni. E ancora: “In Italia e in Ue si entra solo legalmente. Degli ingressi si occupano le Istituzioni e non gli scafisti. Non consentiremo alle mafie di gestire gli ingressi in Italia, come fanno da diverso tempo. Mi stupisce che nessuno prima di noi se ne sia accorto”, ha asserito la premier.

Prima si parlava di redistribuzione, ma ora il paradigma è cambiato. È fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale. “La stessa lettera che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ieri indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale”, ha chiosato Meloni alla Camera.

Aggiornato il 26 giugno 2024 alle ore 16:43