“La Cgil si sta mobilitando per il referendum abrogativo contro l’autonomia differenziata e si sta preparando per il referendum costituzionale contro il premierato; per il primo non è stato neppure depositato il quesito in Cassazione, mentre il secondo non si potrà fare prima del 2026. Il sindacato trascura invece di difendere la rappresentatività del Parlamento, che è il prerequisito per qualsiasi riforma istituzionale, e sembra non voler cogliere l’opportunità politica offerta dal referendum abrogativo del Rosatellum, promosso dal Comitato Referendario per la Rappresentanza (Co.Re.Ra.) e per il quale è già in corso la raccolta delle firme. Un referendum che potrebbe tenersi già nella primavera del 2025 e che, se approvato, faciliterebbe la mobilitazione dei cittadini contro l’autonomia differenziata e sbarrerebbe di fatto il percorso della “deforma” costituzionale del premierato. Parafrasando in politica quello che è un duplice difetto clinico, ci preoccupa il livello della presbiopia e della miopia della Cgil, che non riesce a vedere gli obiettivi più vicini e s’illude di poter intravedere quelli più lontani, mettendoli tutti a rischio e finendo per sprecare risorse preziose”.
Lo hanno dichiarato Raffaele Bonanni ed Enzo Palumbo, vicepresidenti del Co.Re.Ra., che hanno promosso quattro quesiti referendari che puntano a restituire ai cittadini il loro pieno diritto alla legittima rappresentanza politica.
Aggiornato il 24 giugno 2024 alle ore 11:09