Autonomia, Schifani: “Basta terrorismo politico”

Secondo Renato Schifani “nessuno sarà penalizzato”. Il presidente della Regione Siciliana interviene nel dibattito sull’Autonomia differenziata. “È falso – afferma – che spacchi l’Italia, penalizzando il Sud. Chi lo sostiene fa terrorismo politico”. Lo dice il governatore, intervistato dal Corriere della Sera. “Il Ddl – prosegue – scandisce solo tempi e modi per arrivare alle intese (previste dalla riforma voluta dal centrosinistra nel 2001). Si badi bene, prima con il Governo, ma poi con il Parlamento”. E sottolinea: “Mi rifiuto di pensare che questo o altri Governi approvino intese pericolose per il Sud. Sarebbe pura follia. L’allarmismo della sinistra è infondato”. Per Schifani, “è chiaro che finché non ci saranno i Lep, l’autonomia non partirà. Poi non si dice una cosa fondamentale. La bozza Calderoli prevedeva che a giudicare sui Lep fosse una commissione esterna. Grazie a Forza Italia, invece, a dire l’ultima parola sarà il Parlamento. Se dice no, la procedura non parte”.

Secondo Luca Zaia, l’Autonomia è “l’ultimo treno che passa per l’Italia. Il modello centralista ci ha portato al disastro che viviamo: ha fallito. Se il Paese è a due velocità, se i cittadini sono costretti a fare le valigie per curarsi, se ci sono diseguaglianze, non è certo colpa dell’Autonomia che non c’è. Io dico solo una cosa – sostiene in un’intervista a Repubblica – mettiamola alla prova, anche e soprattutto nelle Regioni meridionali, questa forma di federalismo della quale tanti parlano senza cognizione di causa”. Teme che il Colle possa frenare o addirittura non controfirmare la riforma? “Stimo e ho un ottimo rapporto col presidente Sergio Mattarella – risponde Zaia – rispetto profondamente le sue prerogative e so che anche in questo caso agirà in ossequio ai dettami della Costituzione. La Carta della quale lui è garante e che però, mi piace ricordare, è autenticamente federalista”. Poi Zaia sottolinea: “Se fossi un governatore del Sud la invocherei. I cittadini meridionali sono le prime vittime di un sistema che non funziona a causa di scelte sbagliate e di malagestione, di certo non attribuibile ai miei attuali colleghi. Nessuno si sogna di abbandonare il Sud: siamo come i gemelli siamesi, si vive e si muore insieme”.

Aggiornato il 24 giugno 2024 alle ore 16:11