Il disegno di legge è passato con la disapprovazione delle opposizioni. Dopo tutte le polemiche del caso, il ddl sull’Autonomia differenziata è stato approvato dalla Camera, con 172 deputati che hanno espresso parere favorevole e 99 che hanno votato contro. Un solo parlamentare si è astenuto. Dopo il via libera del Senato, l’Autonomia è ufficialmente diventata legge, nonostante i vari contro.
“Mi tremano le gambe”, ha esordito il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli. “È un coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega. Con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese”, ha aggiunto il politico del Carroccio. Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso tutto il suo compiacimento per questo “passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio”, ha commentato la presidente del Consiglio.
Il disegno di legge presentato dalla Lega è composto, nello specifico, di 11 articoli e definisce i principi generali e le procedure delle intese tra lo Stato e le Regioni per l’attribuzione – o le revoche – di ulteriori forme di autonomia. Questo negoziato deve essere proposto dalla Regione interessata al premier e al ministro per gli Affari regionali. Inoltre, l’attribuzione di funzioni riferibili ai diritti civili e sociali, garantiti allo stesso modo su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che il Governo dovrà stabilire. Entro 24 mesi da oggi, questi valori dovranno essere decisi dall’Esecutivo, e successivamente potrà essere deliberato il trasferimento delle funzioni riferibili ai Lep. Inoltre, dovranno essere definiti i costi e i fabbisogni standard, ma non prima dello stanziamento delle risorse finanziarie necessarie.
Aggiornato il 19 giugno 2024 alle ore 15:01