Le bisbetiche (non domate)

Non credo che quegli elettori (un milione e settecentomila) che alle Europee hanno dato il loro voto ad Azione e agli Stati Uniti d’Europa (Sue) abbiano voluto premiare la continua sceneggiata alla quale danno frequentemente vita Carlo Calenda e Matteo Renzi. I due (è inutile negarlo) hanno uno spiccato culto della personalità, che li porta spesso a comportarsi come due bisbetiche che si azzuffano periodicamente. Questo Paese dimostra di avere bisogno di un centro politico moderno e riformista, lontano dalle polemiche che caratterizzano attualmente i due poli.

Invece, Calenda e Renzi preferiscono litigare tra loro, anziché mandare in Europa sette rappresentanti. E pensare che oggi si parla dell’impresa dell’Avs, che ha conquistato 500mila voti per un totale di un milione e mezzo di consensi, mentre l’ipotetico cartello di centro avrebbe potuto contare su 200mila voti in più della stessa Avs. Azione, del resto, ha presentato un ottimo programma, che però non è bastato a raggiungere il fatidico 4 per cento.

Ora però è giunto il momento di fare scelte utili e responsabili come, ad esempio, affidare (dopo essersi chiariti  in una stanza come una sorta di “conclave de noantri”) il progetto al coordinamento operativo di un soggetto terzo (Il Foglio ha ipotizzato nel ruolo Francesco Rutelli) il cui compito sia soltanto quello di creare e portare alle elezioni (più di tre anni di tempo) una forza che sia davvero elettoralmente attrattiva. All’orizzonte, c’è anche Forza Italia che di centrismo se ne intende e che sta guardando con interesse a quanto accade tra Sue e Azione: il rischio della fuga di consensi è dietro l’angolo.

Aggiornato il 13 giugno 2024 alle ore 10:29